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Il Genio di Bansky

di Alice Gioia

Soldato Perquisito

Banksy è geniale. Banksy è irriverente, ironico, pungente, dissacrante. Banksy è dappertutto. A Londra, a Los Angeles, nella striscia di Gaza. Colpisce dritto al cuore dei problemi. Cancella l’ipocrisia e l’indifferenza con uno spruzzo di vernice.
Qualcuno la chiama “guerrilla art”, per altri è un imbrattamuri come tanti. Politicamente attivo, antibushista e antiautoritario, va bene, ma sempre un imbrattamuri resta.

L’identità del più famoso graffittaro al mondo è nascosta da uno pseudonimo, Banksy appunto, anche se molte sono le leggende metropolitane sul suo conto. L’unica cosa certa è che le sue creazioni hanno colpito la stampa internazionale. Basta andare sul suo sito (www.banksy.co.uk) o fare due clic su YouTube per rimanere sconvolti dall’arguzia di certi graffiti, dal loro contenuto disarmante. La battaglia di Banksy è politica e sociale. Le sue denunce sono straordinariamente impressionanti, sia per quanto riguarda il contenuto visivo, sia per la scelta del luogo. Soprattutto se ti ritrovi una sua colomba della pace vestita da militare su un muro di Betlemme, per esempio.

Banksy è famoso anche per le sue uscite pubbliche. Qualche esempio? Appende nei musei di tutto il mondo alcuni suoi quadri, con tanto di targhetta esplicativa (solitamente dipinti settecenteschi con particolari anacronistici, oppure frammenti di opere rupestri che raffigurano uomini primitivi con il carrello del supermercato), e a volte passano giorni prima che qualcuno se ne accorga. Nel 2006 ha messo una bambola gonfiabile vestita con la divisa dei carcerati di Guantanamo a Disneyland Paris. Nello stesso anno ha aperto un museo in un capannone di Los Angeles, in cui un elefante vero era rinchiuso in una stanza arredata, completamente colorato con lo stesso disegno della carta da parati. Per simboleggiare che la povertà, pur essendo un problema gigantesco, riesce ad essere comunque ignorata nei salotti bene di tutto il mondo.

2 pensieri riguardo “Il Genio di Bansky

  • “Geniale” è un aggettivo un po’ abusato.
    Diciamo che le sue idee sui murales sono innovatrici e fanno riflettere, e che lui è un provocatore, irriverente, ironico, pungente, dissacrante…
    Ma geniale no, perché ormai queste operazioni di critica e provocazione in arte le fanno in tanti, mentre il genio è per pochi.

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