Attualità

Un muro di palloncini bianchi

Il 9 novembre del 1989, a Berlino, si sta riscrivendo la storia. Günter Schabowski, Ministro della Propaganda della Repubblica Democratica tedesca, tiene un discorso nel quale dichiara che i posti di blocco verso Ovest sono riaperti “per accontentare i nostri alleati”. L’ordine diventa efficace immediatamente dopo la fine del discorso. E’ la fine della Guerra Fredda. Quella guerra – apparentemente solo ideologica – iniziata nel periodo successivo al termine del secondo conflitto mondiale con la divisione del mondo in due sfere d’influenza: quella occidentale – sotto il controllo statunitense, e quella orientale – sorvegliata dall’Unione Sovietica.

Quella stessa sera cade il Muro di Berlino, che dal 1961 divideva in due la città e simbolicamente l’intera nazione: La Repubblica Federale Tedesca a Ovest e La Repubblica Democratica Tedesca a Est. E’ la fine di un incubo per migliaia di tedeschi che si riversano nelle strade di quella che diventerà la capitale della futura Germania e che sarà unita ufficialmente il 3 ottobre del 1990.

A venticinque anni dalla caduta del muro la Germania è riuscita a riprendersi dagli anni più bui della sua storia, diventando la prima potenza politica ed economica d’Europa. Sull’East Side Gallery, ovvero quella parte in cui sorgeva il muro originariamente, sono molte le frasi e le immagini che si possono trovare ancora oggi. Sicuramente, però, quella che meglio rende l’idea di quanto il Muro rappresentasse un ostacolo per la libertà di tante persone è scritta in inglese e recita “No more WARS. No more WALLS”. Il muro era visto come simbolo di una guerra economica e politica, più che militare, che negava i più basilari diritti umani a migliaia di cittadini non solo tedeschi.

Per la celebrazione del venticinquesimo anniversario di quel 9 novembre del 1989 sono state organizzate varie manifestazioni per non dimenticare quegli attimi di gioia che videro l’abbattimento del muro come forma di liberazione dall’oppressione politica conosciuta per anni interminabili.

Angela Merkel – l’attuale Cancelliera tedesca – ha depositato un fiore simbolico sulle ceneri di quello che una volta era il muro, dichiarando:
«La caduta del muro ha dimostrato che i sogni possono diventare realtà».
Un messaggio sincero da chi, come lei – nata a Est, ha vissuto in prima pagina i terribili eventi di quegli anni.

In questi giorni sono stati installati in tutta la città di Berlino dei maxischermi sui quali sono riprodotte le immagini riguardanti la storia del muro, dalla sua costruzione al suo abbattimento.

Inoltre, sulla stessa linea che divideva un tempo la città in due, sono stati fatti volare in alto alle 19 del 9 novembre moltissimi palloncini bianchi. Un messaggio di pace con lo scopo di non far perdere la memoria riguardo le atrocità di qualsiasi conflitto e con la speranza che il muro, che un tempo divideva il mondo, sia stato completamente abbattuto quella sera di novembre di venticinque anni fa.

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