Attualità

Wolinski è.

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Wolinski non è certo un santo; di certo non si sarebbe aspettato che il Papa si esprimesse sulle circostanze della sua morte.

L’ho conosciuto lo scorso anno, o forse anni fa, non personalmente e neanche per caso. L’ho conosciuto grazie a Fulvio Abbate che, nella giornata del 7 gennaio 2015, l’eccidio di “Charlie Hebdo” – come lo ha definito lo stesso scrittore – tesse un ricordo commovente pur nella consueta irriverenza sul sito Dagospia.

Abbate lo aveva citato spesso nei suoi video sul canale YouTube “Teledurruti”, lo aveva inoltre insignito del “Premio Durruti” nel 2013, e per lo scrittore, l’amico (e compagno) Wolinski aveva tracciato le poetiche “vignette” (nell’accezione più alta e più satirica del termine) con cui, al grido di “ABBASSO LA REALTÀ”, proponeva il surreale disegno politico di “Situazionismo e libertà”.

Wolinski_2Wolinski è morto. Crivellato nel tremendo attentato dell’XI Arrondissement di Parigi.

Wolinski è “ironia, sarcasmo e incanto poetico”, come afferma Abbate in un video che lo ritrae emozionato proprio in casa dell’artista francese (di origini italiane) alla consegna del Premio al quale accennavo prima.

Wolinski non era un santo; era un pensatore e un illustratore caustico e mordace dal tratto meravigliosamente distinguibile. Un signore di ottant’anni dal volto distinto che si è occupato di sesso e politica con un sarcasmo ed una indelicatezza tali da diventare splendida poesia.

Georges Wolinski non disegnerà più fiche né cazzi, non farà più impallidire i borghesotti parrucconi, non li farà più inorridire.

Ahinoi, ci è stato strappato vilmente un rivoluzionario del nostro tempo.

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