We need a dream, Mr. President
di Alberto Bianchi
Se dobbiamo ricordare in qualche modo un periodo o un momento importante della storia umana tendiamo a collegarlo ad un’immagine significativa che ci permetta di fissarlo meglio nella nostra mente.
Da qualche mese a questa parte, e in particolare da ieri, ci siamo resi conto di quale sia l’immagine che rimarrà stampata per sempre nelle nostre menti, indipendentemente da ciò che accadrà a partire da ora. Probabilmente viviamo in un mondo che troppo spesso fornisce icone senza alcun contenuto. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso nell’aria. Il volto di Barack Obama, da ieri, ha sostituito quello di Martin Luther King, quel volto che nel 1963 annunciava di avere un sogno. Sappiamo tutti quale fosse quel sogno e sappiamo anche che ieri esso ha finalmente preso una forma concreta, certa, sicura, immodificabile. Un confine è stato definitivamente superato.
La storia umana, però, è un continuo superare confini, raccogliere sfide, sconfiggere la paura, costruire sogni, appunto. Ora, però, raggiunto un obiettivo ci occorre andare oltre. Abbiamo tutti bisogno di un nuovo sogno. Nessuno di noi sa realmente se da ora il mondo possa davvero cambiare. Sicuramente dovremo ridimensionare il nostro idealismo. Ma dando un’occhiata alle migliaia di foto che i lettori del New York Times hanno pubblicato sul sito del quotidiano, qualcosa vibra nel nostro profondo. Qualcosa ci scuote. Perché quelle foto provengono da decine e decine di nazioni ma hanno tutte qualcosa in comune: la speranza di un cambiamento, uno slancio verso un domani non necessariamente “migliore” ma perlomeno un poco più “sereno”.
Anche se non siamo americani, ciò che è accaduto ieri non può che emozionarci. Ma ora, signor presidente, tutti noi abbiamo bisogno di un nuovo sogno….
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Le immagini dell’Inauguration Day pubblicate sul sito del New York Times
Un bell’articolo di Vittorio Zucconi su Repubblica.it
