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All I want for Xmas is…

Natale è alle porte, la città è invasa da tutto ciò che possa ricordare l’arrivo delle feste; le luci decorano le strade, e ognuno di noi, nel guardarsi intorno, ha il presentimento che per un attimo le case, le vetrine, le persone sembrino più allegre, vivaci… buone. Immaginiamo di guardare,come in un film, la città vista dall’alto; piccole formichine si agitano tra le vie del centro, c’è chi corre per vincere nella lotta contro il tempo per comprare l’ultimo regalo, c’è chi mangia un gelato (sebbene il termometro segni 2 gradi), c’è chi passeggia con il moroso cercando “discretamente” di fargli scoprire il regalo che vorrebbe sotto l’albero.. se zoommiamo un pò di più, tutto ad un tratto, notiamo tra quella amalgama di formichine alcune che, tra un’imprecazione l’altra, corrono istericamente da un’aula studio fino all’altra. È arrivato Dicembre, gli studenti lo sentono, lo percepiscono, lo soffrono come una ragazza a dieta soffre nel vedere le amiche magre mangiare una cheesecake. Sembra ieri Settembre; le foglie che cadono, il tepore del sole caldo dell’autunno imminente, le uscite con i nuovi compagni di corso e la solita perla del “tra un pò inizio a studiare, tanto è ancora presto”. Bei ricordi. Svegliati! Adesso è tempo di mettersi sotto, di rinchiudere nell’armadio tutti i finti propositi dell’anno oramai concluso, mettere in pausa la serie tv di cui sei dipendente e affrontare la realtà: studiare.
Ogni anno prima della sessione d’esame lo studente universitario, per evitare di rimanere incastrato tra le pieghe della “Tela dell’Università”, deve imbattersi nella rivisitazione delle “5 fasi del dolore” elaborate dalla psichiatra svizzera Ross. In quanto la carriera universitaria può, alle volte, risultare interminabile come la Tela della povera Penelope e aspettare il giorno in cui sarà possibile laurearci è paragonabile all’attesa della bella fanciulla per il suo amato Ulisse, lunga e incerta, dobbiamo immancabilmente affrontare questi 5 stadi: (1) negazione, in questo step iniziale semplicemente odiamo tutto e tutti, dal coinquilino che studia mattina e sera fino ad arrivare ad odiare anche la signora in autobus che legge un libro di ricette; (2) la rabbia, ovviamente abbinata ad insulti non ripetibili riguardo alla nostra poca e cattiva volontà di organizzarci; (3) l’auto recriminazione, e qui partono i ripensamenti sulle decisioni prese in passato tipo “se solo quella (quelle) sera (sere) avessi bevuto meno la mattina mi sarei alzato per studiare; (4) depressione, qui signori e signore diamo il via a pianti isterici alternati a immobilità motorie causate dall’eccessiva comodità del nostro letto, momentanei attacchi di lucidità che ci ricordano di fare la spesa, autolesionismo nel provare a chiedere ad altri a che punto siano nello studio; (5) accettazione, riusciamo grazie a questo stadio a svegliarci dal nostro stato comatoso e provare a scegliere tra due possibili alternative, o studiare come se non ci fosse un domani o abbandonare la nave, mentire ai genitori riguardo agli esami escogitando qualcosa di più credibile rispetto al solito “il cane mi ha mangiato le dispense”e puntare tutto in un bellissimo “All-in” nel prossimo appello.
Insomma manca poco meno di due settimane alle vacanze natalizie ma tutto ciò di bello che porta con sé il Natale interessa relativamente allo studente. Non è più il tempo di aspettare con ansia l’arrivo di Babbo Natale o di giocare a tombola dopo i pasti strabordanti tipici di questo periodo. Ogni mattina durante le vacanze, lo studente universitario si sveglia e sa che deve correre a studiare tutto ciò che ha tralasciato nei mesi precedenti più in fretta possibile o sa che non vedrà mai la luce in fondo al Tunnel. Ogni mattina durante le vacanze, lo studente universitario sa che deve correre più veloce possibile lontano da casa sua, verso una qualsiasi biblioteca o sa che le proposte invitanti dei parenti lo intrappoleranno in casa senza riuscire a concludere nulla. Quando il sole sorge e l’aria natalizia rigenera la tua stanza, non importa se sei uno studente in pari o uno tipo last minute: è meglio che cominci a correre. Ed è questa la dura verità purtroppo: non c’è tempo da perdere, c’è solo da calcolare ogni minima azione e tener lontano tutto ciò di contro producente al nostro studio matto e disperatissimo. Quest’anno caro Babbo Natale non preoccuparti di consegnarmi il biglietto per Hogwarts che ti avevo chiesto 10 anni fa, non portarmi nemmeno il tanto atteso cucciolo di delfino che da piccola avrei voluto ospitare nella vasca.. per quest’anno non voglio altro che quei dannati CFU!!

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