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Vita di st(ud)enti [4] – Pacco, doppio pacco e cibo precotto

Non saranno paracadutati dall’alto o consegnati dai caschi blu, ma i pacchi alimentari inviati da casa sono accolti dal Fuorisede – o meglio da quei Fuorisede che, come me, sconfinano nell’immigrazione – con lo stesso entusiasmo di una popolazione appena uscita da una guerra civile. Non sono un semplice supporto alla spesa per i più pigri, ma un’apparizione celestiale che riempie la dispensa di cose che normalmente o non potresti comprare col tuo budget o non troveresti all’Esselunga ma soltanto in quel negozietto del tuo paese. E poi ci sono i piatti confezionati da mamma/zia/nonna (o le controparti maschili, siamo per la parità!): una lotta alla nostalgia di casa, un antidepressivo ed una dimostrazione d’affetto come poche.

Prima di analizzare i principali tipi di pacco, una premessa personale: nonostante i miei ripetuti sforzi non riesco a convincere la mia famiglia ad inviarmi nessuno di questi pacchi. “Non è meglio che ti compri da mangiare direttamente lì?”è la loro risposta/domanda retorica. Se volete contribuire a rimediare a questo torto, noi cui riuniamo ogni lunedì sera a Palazzo Botta alle 21. Nessuna preferenza dolce/salato.

 

Pacco della Nonna
Vostra nonna (solo lei ha abbastanza pazienza) ha saputo che dovevano spedirvi un pacco ed ha subito preparato una tabella di marcia per cucinarvi una serie di pasti completi con tutti i vostri piatti preferiti.
Io vi odio. Probabilmente. Invitatemi a cena e vi dirò meglio.

Consiglio
Probabilmente avrete un freezer piccolo ed in condivisione: sappiate che non siete autorizzati ad invadere lo spazio del vostro coinquilino con la scusa che “mica posso buttarle queste cose!”. Congelate il numero di pasti che riuscite ad infilare nel freezer. Godete e dividete tutto il resto organizzando una cena. Inoltre, invece di farvi spedire i pasti in vaschette d’alluminio, chiedete alla vostra famiglia di fare uno sforzo in più mettendoli in tupperware da avvolgere in canovacci (nel caso di apertura accidentale). Comprarli per conto vostro peserebbe sul vostro budget.

Pacco Unto
“Sott’olio” è un eufemismo, “annegato” un’approssimazione. Pomodori, zucchine, melanzane riprendono vita se isolate da mezza bottiglia di olio e aromi d’ogni tipo.

Consiglio
Non siate pigri! Ricordatevi di rabboccare il contenuto con dell’altro olio di tanto in tanto. Cercate su internet quanto tempo potete conservare ogni tipo di cibo e scrivete subito (che poi sapete che non lo farete mai) una “data di scadenza fai da te” sul barattolo. Una volta aperto il barattolo i cibi sott’olio non sono eterni.

Pacco a Sorpresa
Se siete tra i fortunati a cui i genitori lasciano abbastanza fiducia da gestire autonomamente il proprio regime alimentare (ma esistete?), e prima di mandarvi il pacco vi chiedono cosa metterci:

Consigli
1) ovviamente la prima regola è lasciatevi guidare dalle vostre nostalgie culinarie
2) prevedete sempre una parte dolciaria tipica da poter portare ad una cena: biscotti secchi, torroni ed altri dolci che si possano conservare a lungo
3) piuttosto che le versioni sott’olio preferite le versioni essiccate (ad esempio per i funghi): più facili da conservare e non dovrete occupare spazio in frigo

Pacco Pronto
Ci sono anche le madri che, pur non avendo voglia e tempo di cucinare su richiesta o non fidandosi delle poste (“nooo, ma figurati se ti mandano il pacco integro!”), inviano cibi preconfezionati o liofilizzati.

Consiglio: “Cambio il pacco,dottore!”. Davvero, il risotto pronto della Knorr ha lo stesso sapore dovunque ed i prezzi cambiano poco: non sarebbe meglio avere dei soldi extra da barattare all’evenienza con altro?

Un pensiero su “Vita di st(ud)enti [4] – Pacco, doppio pacco e cibo precotto

  • Sabrina Angiolieri

    Ricordo i pacchi che riceveva dal Profondo Sud una mia compagna di collegio: fiocchi di cereali con disegni di faccine e altri generi di… ehm, “prima necessità”. xD Altre volte, invece, arrivano leccornie come la pasta di mandorle, che io sono in prima linea nello scroccare. 3:-) Quando non sono una necessità, i pacchi sono un piacere. O una fonte d’umorismo… :p Serissimo il dubbio sulla fiducia dei genitori, però. Un conto è un aiuto finanziario/in natura di cui ci sia oggettiva necessità, un altro è subissare il figlio di cose di cui non ha bisogno. Trovo TRISTISSIMO il fatto che, a 19/20 anni (o più), un giovane si debba veder perseguitato dalle apprensioni della famiglia, come se fosse un bimbetto. Io credo che l’università possa e DEBBA essere anche un’occasione per muoversi nel mondo da adulti, senza salvagente.

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