Via le Slot da Piazza Vittoria? Sì, No, Forse

Pavia. Caso slot machine. Il dibattito è da tempo acceso ma oggi sotto esame c’è la questione della filiale aperta sotto piazza Vittoria. Va tenuta, va rimossa, quale posizione prendere?

Il consigliere comunale per il Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Polizzi, ha le idee ben chiare in proposito: essa costituisce un indebito utilizzo degli spazi comunali e chiede quindi di liberarli.
Approfondendo però l’argomento quello trovato è un quadro piuttosto fosco di come tutta la vicenda è stata e viene ora gestita.
Numerose sono state le richieste di visionare il contratto della sala slot da parte del consigliere. Prima si è visto rispondere negativamente per ragioni di tutela della privacy, poi l’amministrazione comunale ha ammesso di non possederlo proprio. Ecco il vero motivo dell’impossibilità di consultazione.
Grave è che questo contratto il Comune doveva possederlo. Non è stato trasmesso? Non è stato richiesto? Spieghiamo come stanno le cose.
Attualmente il mercato Ipogeo è dato in concessione ad una Cooperativa ed è questa poi a stipulare i singoli contratti di subaffitto con i commercianti. La Giunta sembra non avere potere decisionale e invece esiste un PREVIO potere di verifica esercitabile dal Comune su tutti i contratti stipulati con i terzi. Verifica che sembra non esserci stata per la sala slot e che porta l’attuale amministrazione a scaricare le colpe sulla precedente, prendendo tempo per “fare le debite verifiche”. Il problema, si capisce, è burocratico e legale ma certo le soluzioni si possono trovare e, anzi, alcune sono già state proposte.
Suscita quindi perplessità l’atteggiamento dell’amministrazione comunale: la rimozione della sala slot era stata richiesta dal PD quando ancora era all’opposizione l’anno scorso. Quanto il problema non sia sottovalutato è dimostrato anche dalla recente riduzione degli orari di utilizzo delle slot imposta nella città. Perchè quindi in questo caso si agisce così maldestramente? Incertezze, ritardi, risposte contradditorie: serve chiarezza. Nient’altro.