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Venerdì profano #13 – Ricordati che devi trombare

Non prendete appuntamenti per il 22 settembre. Anzi, prendetene più che potete!

Già, perché Santa Maria Maddalena è stata definitivamente rottamata dalla Ministra della Salute italiana, Beatrice Lorenzin: quello sarà il giorno del Fertility Day.
«Il primo Fertility Day – si legge sul sito ufficiale del Ministero della Salute (quello dell’evento è stato reso inaccessibile dopo nemmeno ventiquattro ore) – si celebra il 22 settembre 2016 per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilltà e della sua protezione. La sua istituzione è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi: il pericolo della denatalità nel nostro Paese; la bellezza della maternità e paternità; il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori».
Come per ogni campagna governativa che si rispetti, sono subito state preparate per l’occasione delle slide, pardon, dei manifesti, chiamati “cartoline”.
«La bellezza non ha età, la fertilità sì» dice una giovane donna, maglione rosso, sorriso e clessidra in mano: insomma, “italiani, di terra, di mare, di letto” datevi da fare, questa è una vera e propria chiamata alle armi. Anzi, all’arma.
Perché «la fertilità è un bene comune», o almeno così recita un altro manifesto, con un rubinetto gocciolante sullo sfondo: un vago richiamo alla campagna contro la privatizzazione dell’acqua, allo sgorgare di preziosi fluidi e al fatto che la doccia sia un luogo, comunque sia, da non scartare.
Ma va bene anche il classico materasso eh! «Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi» – questa volta sullo sfondo c’è una coppia, a letto, piedi in primo piano fuori dalle coperte e smile incorporato: tecnica degna della miglior instagrammer quindicenne per ricordare alle nuove generazioni di “farlo strano”, ma anche un modo per non scontentare l’elettorato feticista e voyeur.
Insomma, «datti una mossa! Non aspettare la cicogna», che quella mica arriva in perizoma leopardato e musica lounge in sottofondo; inoltre, com’è noto, né piumaggio né becco favoriscono il cunnilingus.
Se qualcuno si stesse chiedendo chi abbia mai partorito tale campagna, siete fortunati – visto che per altro nessuno nella maggioranza si è ancora azzardato ad assumersene la paternità.
I segugi di Inchiostro, infatti, sono riusciti a presenziare alla segretissima riunione nella quale si è decisa tale strategia di governo e siamo, dunque, in grado di darvi una dettagliata ricostruzione dell’accaduto.
La riunione si è svolta nei sotterranei di Palazzo Chigi (Palazzo Grazioli e il Coccoriccò non era disponibili) alle ore 22, ma tutti si sono presentati a mezzanotte, o l’una, per non fare la figura degli sfigati. Tenuta in pelle richiesta da Renzi in persona, ministri seduti al tavolo, alcuni sotto, foto di Mattarella affianco a quella della Carfagna e consumazione obbligatoria.
I principali relatori erano: la Ministra della salute Beatrice Lorenzin, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Ministro del lavoro Giuliano Poletti e Kermit la rana.
Matteo Renzi: “Signori miei, siamo qui per parlare di uno dei più importanti problemi di questo paese”
Beatrice Lorenzin: “La marijuana a scopo terapeutico?”
Angelino Alfano: “I matrimoni gay?”
Maurizio Lupi: “L’aumento del costo della buvette al Senato?”
Kermit: “Penso si riferisca al crollo delle nascite in Italia: l’Italia è il paese europeo dove si fanno meno figli!”
MR: “Mmm, io stavo pensando alla diminuzione dei miei follower su Twitter, ma prego, continua Kermit”
K: “Grazie Matteo. La situazione è grave: in Italia il tasso di natalità è di otto nascite per mille abitanti, quello di fecondità – numero di figli per donna – è di 1,37: stiamo diventando uno dei paesi più vecchi d’Europa, se non del mondo. Il che significa che la nostra popolazione è sempre più vecchia e fa sempre meno figli: è un circolo vizioso, capite?”
BL: “In che senso?”
K: “La popolazione si fa sempre più anziana e quindi meno propensa, naturalmente e per scelta, a fare figli. Ma anche i giovani sono meno disposti a generare che in passato: l’età media in cui viene concepito il primo figlio è 30,7 anni, è molto tardi, la media UE è 28.
Giuliano Poletti: “Ah, e come mai si figlia così tardi?”
K: “Ministro Poletti, un giovane, in media, lascia casa dei genitori a trent’anni, questo perché il tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, è molto elevato”
GP: “Tasso di?”
K: “Disoccupazione”
GP: “Come?”
K: “Disoccupazione. Dis-oc-cu-pa-zio-ne”
MR: “Kermit, non mi sembra né il luogo né il momento per essere anti-italiani!”
K: “Ma la disoccupazione è un fenomeno, non un punto di vista. Inoltre non si può nemmeno sottovalutare la disoccupazione femminile: il tasso di occupazione (non disoccupazione, occupazione) femminile è al di sotto del 50% a livello nazionale, nel mezzogiorno è al 30%. Come si può mettere al mondo un figlio a venti, trent’anni, se una persona nemmeno è riuscita a inserirsi nel mondo del lavoro a quell’età?”
GP: “Ma come? Con il Jobs Act tutti i giovani hanno trovato lavoro”
MR: “135 mila nuovi posti di lavoro: #lavoltabuona”
K: “In realtà quelli non sono nuovi posti, ma precari assunti a tempo indeterminato, anche se il tempo indeterminato non esiste più, perché ora ci sono le tutele crescenti. Ma al di là di questo: come può un giovane appena entrato nel mercato del lavoro, al di là della propria formazione, provare a farsi una famiglia, quando la durata della gravidanza sarebbe superiore a quella del proprio contratto? Per non parlare della retribuzione, del rischio licenziamento, del…”
GP: “Beh, se il Jobs Act prevedesse l’allungamento dei tempi di gravidanza, forse…”
MR: “Abbiamo introdotto il bonus da 500€ per i diciottenni: #italiariparte”
K: “certo, ma fino ai diciotto anni? Chi paga pannolini, asilo, istruzione obbligatoria e non, baby sitter, trasporti, spese mediche, o anche solo una casa più grande?”
MR: “Beh, la nostra collega Moretti ha detto che lei con ottanta euro fa la spesa per due settimane”
BL: “Già, e poi «la Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile»: ah, queste cartoline si scrivono da sole, sembra di essere al mare”
K: “All’articolo uno della carta costituzionale dice che «l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro»”
MR: “Sì, e io sono stato eletto dal popolo italiano!” (risate in sala)
K: “E poi dove c’è scritto che si è obbligati a procreare, insomma, è una scelta, no?”
BL: “Kermit, parliamoci chiaro, è più facile organizzare un Piano Nazionale del Lavoro, che garantisca un adeguato ricambio generazionale, parità di trattamento in relazione al genere, degli stipendi equi e il rispetto dei diritti dei lavoratori; oppure invitare a procreare?”
MR: “Già Kermit, che siamo, in Svezia?”
BL: “Cos’è, adesso dobbiamo metterci pure a fare le pubblicità con le coppie omosessuali?”
MR: “Sì, poi magari andiamo anche in giro a dire che all’attuale saldo naturale l’immigrazione è necessaria per il evitare che il nostro sistema pensionistico e di welfare collassi”
GP: “Beh, non esageriamo, in realtà basterebbe far lavorare gli italiani fino a settant’anni, o ottanta”
BL: “Capisci, Kermit? Non è una situazione facile…”
MR: “E noi non possiamo mica sempre parlare di problemi, problemi, problemi”
BL: “Capito? Ecco perché preferiamo parlare di famiglia che di lavoro; di fertilità rispetto a scelta, o impossibilità di scegliere”
K: “Quindi volete parlare di uno dei principali problemi nazionali senza parlare delle problematiche da cui dipendono?”
MR: “Finalmente hai capito”
K: “Ma queste sono palle!”
BL: “Certo, la nostra campagna, d’altronde, di che parla?”
MR: “Kermit, ricordati una cosa: in questo paese, spingi spingi e vedrai che alla fine entrano anche le palle. Parola mia”.

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