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Pavia-Istanbul, il viaggio in bici di Federico

ph. by Stefano Bonomi

Abbiamo fatto una chiacchierata con Federico Lanza, uno studente del primo anno di CIM, che quest’estate ha deciso fare delle vacanze non proprio mainstream: partirà da Pavia il 7 luglio e raggiungerà Istanbul. In bicicletta. Gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo viaggio e su come si sta preparando per affrontarlo.

Inchiostro – Iniziamo dalle cose pratiche: Come sei organizzato? Cosa ti porterai dietro? Quanto conti di spendere più o meno?
Federico – I bagagli sono due borse caricate sulle biciclette, una anteriore e una posteriore, in tutto saranno 30 o 40 kg. Il budget è una bella domanda. Più o meno saremo sui 600-700 €… E se ci sarà da tirare la cinghia, la tireremo. È un bellissimo giro, vale la pena spendere anche mille euro. Pensiamo di dormire in tenda, oppure con couchsurfing, o al limite in ostelli molto economici. Anche se non abbiamo ancora idea di dove finiremo, è tutto molto poco organizzato.

Quali sono – a grandi linee – le tappe del viaggio?
Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania, Grecia e infine Turchia. Ma sicuramente le cambieremo. In tutto ci siamo dati un tempo di tre mesi, ma potrebbero essere anche un mese e mezzo o due.

Hai già fatto altri viaggi di questo tipo?
No, in bicicletta no. Sono un po’ spaventato infatti. Anche perché se si rompe una gomma o un freno non ho la minima idea di come aggiustarli… Anche il mio compagno di viaggio è un neofita assoluto. Credo che prima di partire andrò da qualche ciclista a farmi insegnare.

Stai affrontando una preparazione particolare?
Veramente ora mi sto preparando più che altro per gli esami… Per quanto riguarda la parte atletica, per ora riesco a reggere circa un migliaio di chilometri. Il vero allenamento verrà strada facendo.

Come mai hai scelto Istanbul come tappa finale?
Inizialmente dovevo fare un percorso che seguisse il corso del Danubio. Ho deciso di raggiungere Istanbul solo in un secondo momento. Non sono mai stato nell’est Europa e volevo fare le cose per bene, arrivare fino in fondo. Poi la Turchia mi ha sempre affascinato, ho seguito le proteste di Gezi Park l’anno scorso, ho degli amici a Istanbul.

Hai in mente di sviluppare qualche progetto sul tuo viaggio una volta tornato?
Per ora lo faccio per il semplice piacere di andare, magari in un secondo momento potremo sviluppare qualcosa a partire dal materiale. Faremo foto, video e li manderemo in giro. Potrebbero nascere diversi progetti.

Nell’affrontare un viaggio di questo genere, cosa ti preoccupa di più? Quali sono le maggiori difficoltà che pensi di incontrare, anche considerando la situazione politica degli Stati che attraverserete?
Ora come ora i problemi tecnici, anche se spero di imparare a risolverli in fretta. Forse il caldo, partendo il 7 di luglio… Però procederemo stando vicino alla costa, e finita la giornata potremo fiondarci in acqua. La situazione politica invece, più che spaventarmi, mi interessa molto. Se dovessi imbattermi in qualche manifestazione mi piacerebbe documentarla, sarei là in mezzo. Di sicuro non mi chiuderei in ostello.

Si sta diffondendo in America la prassi di associare viaggi come il tuo a cause benefiche. Cosa ne pensi?
Avevamo pensato a un viaggio per beneficenza, all’inizio. Purtroppo non siamo riusciti a organizzarci in tempo, ma in futuro è una cosa che mi piacerebbe fare.

Avete in programma qualcosa di particolare da fare lungo il percorso?
Il concerto dei Beirut a Istanbul. E poi di salire sul Monte Olimpo, mi sono già procurato il costume da Zeus.

di Irene Doda

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