UNILAG e UNIPV collaborano per EU-Africa Connect: un progetto che mira a unire UE e paesi africani attraverso l’istruzione
L’Università di Lagos (UNILAG) ha avviato un ambizioso programma triennale volto a fornire ai giovani africani una maggiore comprensione della cultura, della politica e dei sistemi dell’Unione Europea (UE). Il “Programma UNILAG-Jean Monnet Module” offre agli studenti universitari la possibilità unica di esplorare le opportunità e i vantaggi derivanti dalla conoscenza degli aspetti socio-politici ed economici dei paesi dell’UE.
L’Università di Lagos in Nigeria e l’Università di Pavia in Italia sono partner di questo progetto. La prima, è la principale beneficiaria del contributo europeo nonché la sede delle attività del progetto, dirette e coordinate dal Professor Olufemi Saibu e dal suo team. La seconda, invece, ha ruolo di partner associato, coinvolta nella stesura del progetto e nella scelta del personale docente che prenderà parte alle attività didattiche del programma. L’Università di Pavia sarà difatti rappresentata dal Prof. Antonio Maria Morone, professore associato in Storia contemporanea dell’Africa, dal Prof. Marco Missaglia, professore associato di Economia Internazionale, dalla Prof.ssa Katarzyna Gromek-Broc, docente di Diritto dell’Integrazione regionale e delle Migrazioni, e dalla Prof.ssa Ilaria Poggiolini, docente di Storia e Relazioni Internazionali. I docenti pavesi affiancheranno i colleghi nigeriani nell’organizzazione di seminari riguardanti cinque macro aree: History of Europe, Regional Integration and Relations with Africa; European Language and Culture; European Union, Politics and Institutions; European Economic integration; Africa and EU Integration.
La prima EU-Africa Connect Summer School, organizzata dall’Università di Lagos, ha avuto inizio il 9 Gennaio e si concluderà il 27 dello stesso mese. Il programma comprende 8 moduli suddivisi in 3 sessioni di Summer School, 3 sessioni di Workshop di Ricerca, 3 sessioni di Presentazione del Parlamento UE simulato e una Conferenza Internazionale finale sulla Connettività UE-Africa, progettata per gli studenti che aspirano a una carriera nelle relazioni internazionali e nella diplomazia. Il programma Erasmus+ dell’UE mira a sostenere l’istruzione, la formazione, i giovani e lo sport in Europa, ponendo un forte accento sull’inclusione sociale e la promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica. Le prossime sessioni estive, che si terranno presumibilmente tra il 2023 e il 2024, hanno l’obiettivo di ampliare le opportunità di collaborazione tra le due Università e creare una cattedra permanente di Studi Europei all’Università di Lagos.
Il tema della Summer School di quest’anno è “Portare l’Europa più vicino all’Africa” e mira a fornire informazioni pertinenti sui processi parlamentari dell’UE e a far sperimentare agli studenti i dibattiti parlamentari simulati. Attraverso la partecipazione alle simulazioni, l’apprendimento e l’analisi dei sistemi e delle politiche dell’UE, gli studenti potranno in futuro diventare leader informati e pronti ad agire nel mondo. La costruzione di ponti educativi, economici e culturali tra Europa e Africa è dopotutto di fondamentale importanza per preparare entrambi i continenti alle sfide del futuro. La prima Summer School ha visto la partecipazione di oltre 40 studenti di alto livello, scelti tra un centinaio di candidati, e ha riscontrato finora grande successo. Gli alunni sono stati assegnati a diversi paesi e partiti politici dell’UE e del suo parlamento, per studiarne in seguito le peculiarità. È un programma rivolto agli universitari poiché sono loro, il futuro delle loro comunità; attraverso l’istruzione, hanno la possibilità di acquisire competenze e conoscenze, e utilizzarle per contribuire al progresso sociale ed economico non solo del loro paese, ma anche della comunità globale.
Durante la cerimonia di apertura, la Vice-Rettrice dell’Università di Lagos, la Professoressa Bolanle Oboh, ha sottolineato come entrambi i continenti abbiano bisogno l’uno dell’altro e come l’Università di Lagos, attraverso questo progetto, stia promuovendo una causa volta proprio a rafforzare le collaborazioni esistenti tra Europa e Africa. Per distinguersi ed emergere nelle carriere che sceglieranno di perseguire, gli studenti dovranno imparare, oltre alle disposizioni del curriculum tradizionale dei rispettivi corsi, anche diverse competenze trasversali quali la capacità di parlare in pubblico. Li ha quindi incoraggiati a fare buon uso della rara opportunità offerta dalla scuola, poiché perfetta per sviluppare anche questo genere di competenze. Il Professor Olufemi M. Saibu, coordinatore del progetto EU-Africa Connect, ha sottolineato invece l’importanza di superare la mancanza di comprensione reciproca tra Europa e Africa attraverso il programma UNILAG-Jean Monnet Module. Ha spiegato come gli studenti europei abbiano accesso a numerosi istituti di studi africani e come invece quelli africani abbiano pochi istituti di studi europei: la visione del team guidato dal Professor Olufemi Saibu è dunque quella di ovviare questa lacuna di conoscenza creando una prima generazione di studenti informati. Nel corso dei tre anni del progetto, il gruppo spera di dare l’opportunità a circa 150 ragazzi di essere esposti agli studi europei rendendo l’Università di Lagos un luogo di formazione di individui consapevoli e attenti alle questioni globali.
Il “UNILAG-Jean Monnet Module Programme” rappresenta dunque un passo fondamentale per l’integrazione tra Europa e Africa. Offrendo agli studenti una maggiore comprensione dei sistemi e delle politiche dell’Unione Europea, si creerà una connessione più stretta tra i due continenti, permettendo di contribuire al dialogo e alla cooperazione. Ci si aspetta che alla fine dell’esperienza essi comprendano come influire sulla rappresentazione dell’Africa nei contesti internazionali, promuovendone così la cultura e i valori, nonché sfatando affermazioni e stereotipi infondati.
Perché avvicinare l’Europa all’Africa? Come disse Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura nigeriano, scrittore e attivista: My interest in culture generally is a comparative one, and I think that’s where the word joy, I think, can be applicable. There’s joy in actually seeing the relatedness, the connectedness of different cultures or recognising, for instance, your own culture in another or another culture in your own culture and feeling an air to all of them. Questo programma offre l’opportunità di vedere il mondo e se stessi attraverso gli occhi dell’altro, promuovendo l’integrazione e la comprensione reciproca, per una convivenza globale più armoniosa.