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Una tastiera da un milione di dollari

Questo autunno in Europa, fra Parigi, Londra, Bruxelles e Berlino, è stato disputato il World Championship Series del 2015. La finale, giocata alla Mercedes-Benz Arena, il principale palazzetto sportivo di Berlino, ha visto trionfare il team coreano degli SK Telecom. I montepremi in palio ammontavano a circa due milioni e mezzo di dollari, un milione di dollari è andato ai vincitori del torneo. Cifre astronomiche per questa competizione annuale che si tiene ormai dal 2011. Vi starete chiedendo quale sia lo sport in questione; forse il basket o la pallavolo, penserete. Sarete invece probabilmente sorpresi nello scoprire che una simile orchestrazione, che attira migliaia di spettatori in tutto il mondo, sia online, sia nelle arene dove vengono giocate le varie fasi del torneo, nasce per League of Legends (spesso abbreviato in ‘LoL‘), un videogioco completamente gratuito per computer, scaricabile legalmente dal web. LoL è un MOBA-ARTS game (‘Multiplayer Online Battle Arena – Action Real Time Strategy’) sviluppato nel 2009 dalla statunitense Riot Games, fondata a Los Angeles nel 2006; attualmente è uno dei titoli più giocati al mondo, con una media di più di 70 milioni di utenti attivi ogni mese.
League of Legends non è un’eccezione. Queste realtà, all’interno del vasto panorama video-ludico competitivo, sia per console che per computer e non solo, esistono nel mondo già da parecchi anni e sono in continua espansione, sopratutto negli Stati Uniti. Basti pensare che nel 2007 l’immagine dell’allora diciannovenne Tom Tylor, “in arte” Tsquared, un ex giocatore professionista americano di Halo (uno dei più famosi titoli per Xbox nel mondo degli FPS, ‘First Person Shooter’), era stampata su ogni bottiglia e lattina di Dr. Pepper circolanti negli States. Forse il nome di questa bibita, sconosciuta a molti non essendo commercializzata in Italia, non rende giustizia alla dimensione del fenomeno. Sappiate che la Dr. Pepper è fra le bevande più bevute e diffuse in America.
Ad introdurre il format dei tornei video-ludici così come li conosciamo ora, fra sponsor, contratti, arene e studi affollati, migliaia di spettatori, telecronisti, pubblicità e “grandi cifre”, è stata la Major League Gaming (‘MLG‘), un’organizzazione fondata a New York nel 2002. Negli Stati Uniti gli eventi tenuti dalla MLG vengono regolarmente trasmessi in diretta televisiva dalla ESPN. Voglio fornirvi un ultimo esempio per chiarire definitivamente le dimensioni di questo fenomeno: l’ultimo torneo di Dota disputato nel 2015 (un altro MOBA-ARTS game per computer) ha segnato il record per il più grande montepremi totale mai messo in palio in una competizione video-ludica: 18 milioni di dollari!
Purtroppo in Italia non esiste nulla di tutto ciò, se non ad uno stadio ancora molto limitato ed embrionale.
È difficile dire se un videogioco possa essere definito un vero e proprio sport, sicuramente però la concezione che abbiamo di questo panorama deve evolversi. Sono i dati di fatto a dimostrarlo. In fondo, se un giocatore di calcio in Europa guadagna decine di milioni di euro per far entrare un pallone in una rete, perché un giovane non dovrebbe poter guadagnare dalla sua abilità e intelligenza nell’utilizzare un joypad, un mouse o una tastiera?