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Una serie di sfortunati eventi: una sorprendente seconda stagione

Look away, look away”, così suona il ritornello della sigla di Una serie di sfortunati eventi. Ma, nonostante l’avviso, anche la seconda stagione, qui recensita in anteprima, tiene incollati allo schermo, confermandosi un ottimo prodotto d’intrattenimento, col suo black humor divertente e disimpegnato.

Già la prima stagione aveva convinto, dovendosi però confrontare con l’eredità di un film che, sebbene di poco successo, ha indubbiamente segnato l’immaginario e l’aspettativa del pubblico. Ora finalmente la serie può prendere il volo e lo fa in grande stile. Una direzione artistica molto omogenea riesce a portare sullo schermo, in una sorta di ispirato ibrido tra le prospettive e i pastello di Wes Anderson e il dark di Tim Burton, i luoghi e i personaggi grotteschi e impossibili di Lemony Snicket, mentre gli eccellenti attori danno loro vita, il tutto condito da una regia ed un montaggio molto precisi e la cui intensa presenza si avverte con piacere. Una riuscitissima trasposizione e interpretazione dei romanzi.Una serie di sfortunati eventi - Carmelita

È una stagione di nuovi personaggi e di grandi ritorni. Rimarrà di certo impressa a lungo nelle menti del pubblico l’odiosa e petulante Carmelita, così ben interpretata dalla giovanissima Kitana Turnbull da far affiorare nello spettatore seri dubbi sulla propria integrità quando si scoprirà, più di una volta, a pensare di voler picchiare questa bambina di sette anni. Menzione speciale anche per il divertentissimo Vice preside Nero della Prufrock Preparatory School.

Tra le new entry che ci accompagneranno nelle restanti disavventure dei fratelli Beaudlaire troviamo i Trigemini Pantano (o Quagmire nella versione inglese) e una calzante Lucy Punch nel ruolo della modaiola Esmè Squalor, che catturerà il pubblico e che persuaderà perfino il più scettico tra gli amanti della serie di romanzi (l’amico molesto che insiste nel ripetere ma il libro era meglio, non vedo perché debbano fare anche il film o la serie).

Ma a regalare i momenti Una serie di sfortunati eventimigliori e le più grandi soddisfazioni, dimostrandosi nuovamente solido, è il cast originale: una bellissima Malina Weissman, naturale ed impeccabile nel ruolo della geniale sorella maggiore Violet Beaudlaire, un preciso Louis Hynes ad incarnare il fratello Klaus e un flemmatico ma intrigante Patrick Warburton che si fa narratore interpretando lo stesso Lemony Snicket. Le loro validissime performances sembrano però non fare che da cornice all’autocompiacimento dell’istrionico e trasformista Neil Patrick Harris, un Conte Olaf molto lontano dall’inquietante versione portata sul grande schermo da Jim Carrey, ma altrettanto convincente. Divertente, imbranato, dissemina umorismo e gag d’altri tempi, canta, balla e recita.

Sembrerebbe quindi che non possa che continuare e chiudersi in bellezza una serie così. Ma ricordate che di Una serie di sfortunati eventi si tratta, quindi non illudetevi, tutto andrà per il peggio e, per dirla con Lemony Snicket: “Se insistete nel leggere questo e non un libro più allegro, certo vi ritroverete a piangere dalla disperazione piuttosto che a crogiolarvi nella letizia, perciò, se avete un minimo di buonsenso, mettete giù questo libro e prendetene un altro.”.

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