AttualitàCultura

Una Polaroid è per sempre

Tutti voi ricorderete le macchine fotografiche istantanee della Polaroid. Grandi e un po’ ingombranti ma maledettamente comode e rivoluzionarie.

Nessuno, infatti, potrebbe negare il fascino di una foto che viene sviluppata nello stesso istante in cui è stata scattata. E poi quella carta fotografica particolare, con l’inconfondibile cornice bianca, è il segno di un’epoca. Negli anni ’80 e ’90, ricordo, possedere una Polaroid rappresentava un tratto distintivo notevole.

Forse i fotografi professionisti, quelli innamorati delle pellicole classiche, in quegli anni storcevano il naso. Un po’ come succede oggi con l’invadenza delle macchine digitali. Ma, indubbiamente, quelle foto avevano qualcosa di speciale. Forse non erano di qualità eccelsa. E se non venivano conservate con attenzione sbiadivano velocemente. Eppure quegli scatti sono diventati storia.

Jamie Livingston, un normale cittadino americano appasionato di cinema e musica, ha scritto la storia di una vita proprio con quelle fotografie. Dal 31 marzo del 1979 fino al 25 ottobre 1997 ha scattato 6697 immagini: una al giorno, dai tempi dell’Università fino a quando la vita da immortalare è stata stroncata da un cancro.

Una storia affascinante e drammatica allo stesso tempo. Una raccolta straordinaria, inimmaginabile. Una testimonianza che si è tramutata in opera d’arte. Tutto questo per raccontare una vita tutto sommato normale, con gioie immense e sofferenze estreme.

Aggiungere altro è inutile: le foto parlano da sole. Ecco alcuni esempi:3 aprile ‘811 aprile ‘8330 marzo 84

L’intero archivio è consultabile qui (attenzione: non sempre il sito funziona correttamente, potete tentare in momenti diversi).

Il lavoro di Jamie Livingston è stato “scovato” da un blogger americano. Qui potete leggere tutta la storia.

Anche wikipedia ha già dedicato una pagina all’autore delle foto.

2 pensieri riguardo “Una Polaroid è per sempre

  • Alberto S.

    Splendida e commovente questa storia. E’ bellissimo poi cercare la foto del proprio giorno di nascita… Un’idea semplice e geniale. Grazie Jamie Livingston

    Rispondi
  • Triste storia. Non so perché, ma mi ricorda Andy Kauffman questa storia in cui una l’estro e l’ironia incrociano il cancro.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *