Un passo dopo l’altro

di Giulia Schiavetta

Un Passo Dopo l’AltroBarack Obama è il 44° presidente degli USA, il primo di pelle nera. Un cambiamento epocale proprio come auspicato da lui stesso che della parola change ha fatto il suo slogan.
Il neo presidente ha raccolto i voti di gran parte degli intellettuali, come da tradizione democratica, ma cosa forse più importante, è riuscito a stringere intorno a sé, la classe media americana, che ha voluto accordargli la sua fiducia, invece di affidarsi all’usato non molto sicuro dei Repubblicani.
Si è imposto su un avversario che sostanzialmente rappresentava la tradizione del WASP (White Anglosaxon Protestant) a cui erano appartenuti tutti presidenti americani fino ad ora con la parziale eccezione di J.F Kennedy in quanto cattolico. Un avversario che comunque nel momento della sconfitta ha reagito con grande dignità e senso dello stato.
La grandissima parte degli afroamericani ha votato per lui anche se ci sono stati dei dubbi anche all’interno di questa comunità. Obama veniva accusato di essere troppo giovane, di non aver sperimentato il periodo della lotta per i diritti civili, ma in particolare di non essere neppure un vero afroamericano, come il suo cognome indica chiaramente, Obama è un cognome africano, ben diverso da quelli che i trisavoli degli afroamericani si erano scelti dopo la liberazione della schiavitù. Forse la critica a cui Obama si prestava era quella di essere , come dicono in Sud Africa, un black english gentleman, in sostanza di essere un nero travestito da bianco.
Poi i dubbi sono scomparsi sostituiti da una crescente fiducia nei confronti di un candidato che finalmente dà la giusta rappresentanza ad una comunità che appartiene da sempre alla storia americana, ma che ha avuto ben pochi riconoscimenti.

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