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UMF 2018: Serena Amico

Un argomento che ripropongo spesso è l’importanza del silenzio e dell’ascolto

Nella prima giornata dello University Music Festivale si esibirà Serena Amico, ragazza palermitana di 23 anni che studia Lingue e Letterature straniere a Pavia . Le sue canzoni, che spaziano nei generi, sapranno coinvolgerci e trasmetterci le emozioni che le hanno ispirate. L’abbiamo intervistata per scoprire di più sulla sua storia e sulla sua spiccata vena ironica.

Come e quando hai iniziato a suonare? Quando hai deciso di esibirti in pubblico?

Ho iniziato a suonare la chitarra a quattordici anni. In famiglia la musica è una passione condivisa, infatti sia mio padre che mio fratello suonano la chitarra e il basso.  Le sessioni di musica con mio padre si trasformavano spesso in tragedie a causa dei miei sbalzi di umore adolescenziali, motivo per cui passavo ore da sola in camera a esercitarmi, o a fare prove di accordi il cui nome mi era sconosciuto. Inizialmente cantare non era un obiettivo, ma una volta imparato a strimpellare le mie canzoni preferite come potevo non provare a cantarle? Fin da subito ho provato a scrivere e a comporre, senza nessuna ambizione particolare; a dire il vero mi vergognavo tantissimo di ciò che scrivevo, l’unico pubblico davanti al quale cantavo era un gruppetto di fedeli amici. Quando mi sono trasferita dalla Sicilia a Pavia ho iniziato a scrivere delle canzoni molto ironiche, nate quasi per gioco, ispirate a esperienze mie o di miei amici, che ho chiamato minkianzoni. Quelle non avevo molto pudore a cantarle, o a farle ascoltare, ma è stata una sorpresa per me vedere delle reazioni positive, così mi sono messa in gioco e ho iniziato a esibirmi.Serena Amico 1

Quali esperienze hai fatto finora? Concerti, album, EP?

Non sono una grande procacciatrice di serate, ma ho avuto modo di far ascoltare le mie canzoni in qualche locale nel pavese, in qualche altra città, come Torino e Ravenna, grazie a contatti di amici; ho anche suonato in una bellissima cascina in Toscana vicino Cortona, è stato veramente bello. Non ho mai registrato nulla, non ho neanche mai caricato un video su YouTube, ma in realtà è qualcosa che mi propongo di fare…

Hai incontrato degli ostacoli o difficoltà?

Allo stato attuale non c’è stata occasione di incontrare particolari ostacoli, se non quelli legati al mio stato d’animo o alle mie insicurezze.

Raccontaci della tua musica.

Nella musica mi piace molto variare, nella composizione mi servo di più registri, tutto cambia in base al mio stato d’animo o all’argomento che ho scelto di affrontare. I primi pezzi inediti che ho suonato davanti a un pubblico sono molto ironici, hanno toni manouche, blues, un po’ punk. Questi pezzi, battezzati appunto minkianzoni, sono caratterizzati da una forte ironia e da argomenti abbastanza superficiali. Ne ho scritta una, ad esempio, sul bisogno di andare a guardare il profilo Facebook del proprio ex. Ho scritto anche canzoni folk in siciliano ambientate in Sicilia. I pezzi arrabbiati hanno un sound più grunge, tra questi un argomento che ripropongo spesso è l’importanza del silenzio e dell’ascolto. Ultimamente ho ripreso dei pezzi più intimi scritti tempo fa, sento il bisogno di esternare anche questo lato; alcuni di questi sono in inglese.

Quali brani hai scelto di portare al festival e perché?

Al festival ho scelto di suonare quattro canzoni inedite, alcune scritte tempo fa, altre recentissime. Ho voglia di suonarle per la prima volta su questo palco per collaudarle, collaudarmi e confrontarmi col parere di chi ascolta.

Il nostro in bocca al lupo per il contest e qui il link alla sua pagina Facebook!

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