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UMF 2018: Flora e Giuls

“La nostra musica nasce semplicemente dall’esigenza di condivisione estemporanea di emozioni, canzoni e idee musicali.”

Abbiamo intervistato Flora Mary Falcone, studentessa di 20 anni di Psicologia a Pavia, e Giulio Maria Ferrari, ventiduenne che studia chitarra jazz al conservatorio Vittadini. Insieme sono “Flora e Giuls”, duo jazz che si esibirà allo University Music Festival reinterpretando brani molto conosciuti.

Come e quando si è formato il vostro duo?

Ci siamo conosciuti agli inizi di ottobre al conservatorio Vittadini di Pavia. Qui Giulio frFlora e Giuls 1equenta il corso accademico di chitarra jazz e Flora quello di canto. Quasi per gioco, trovandoci a suonare insieme, abbiamo sin da subito capito il grande feeling e l’opportunità scambio culturale derivante dai rispettivi background musicali.

Quali esperienze avete fatto, anche da soli, nell’ambito musicale?

Giulio studia chitarra moderna e jazz da diversi anni tra Domodossola e Milano e ora a Pavia, suonando in vari gruppi e formazioni dal rock al pop, a varie situazioni acustiche sui palchi di piccoli club e locali. Flora canta sin da bambina in diversi cori di impronta classica, e si è recentemente affacciata al mondo della musica pop e jazz, con particolare interesse per la bossa nova, iniziando un percorso di studio al conservatorio di Pavia.

Avete incontrato degli ostacoli nella vostra attività da duo? Quali sono le difficoltà del farsi conoscere come emergenti?

In realtà è la nostra prima e vera propria esibizione in veste di duo, quindi la nostra unica esigenza attuale è quella di divertirci vivendo questa come esperienza di crescita e un’ottima vetrina per eventuali futuri ingaggi.

Raccontateci della vostra musica.

La nostra musica nasce semplicemente dall’esigenza di condivisione estemporanea di emozioni, canzoni e idee musicali, dapprima con canzoni conosciute e suonate con un “jazz feeling”, ricche di interplay e assolo; pensiamo che non possa essere suonata indipendentemente l’uno dall’altra, essendo propriamente frutto del momento stesso in cui viene eseguita e improvvisata.

Quali brani sceglierete di portare al festival? Cosa dovremmo aspettarci dalla vostra esibizione?

La scelta dei brani che abbiamo deciso di portare è ricaduta su delle cover che fanno parte del nostro repertorio e che derivano da quelle che sono forse alcune delle nostre principali icone di riferimento, come Amy Winehouse di cui porteremo una versione di Back to BlFlora e Giuls 2ack che spazia tra le sonorità dello swing e della bossa nova, linguaggio musicale a noi caro, di cui porteremo anche una nostra interpretazione di un classico della musica brasiliana di Tom Jobim Garota de ipanema; Isn’t she lovely di Stevie Wonder, invece, per la sua struttura armonica si presta particolarmente bene all’Interplay e l’esecuzione di vari assolo. Infine, abbiamo scelto di suonare una nostra rivisitazione di Happy di Pharrel Williams che fa parte del filone musicale pop più moderno che ci affascina. Con la nostra musica speriamo di unire più linguaggi tentando di trasmettere quel qualcosa che abbiamo esperito e vissuto noi sin dalle prime note insieme.

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