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UMF 2018: torna il contest musicale dell’Università

Che siate fan del rap, del pop, del rock, del raggae o del blues; di Madonna, di Prince o di Sfera Ebbasta, c’è un evento musicale che non potete assolutamente perdervi. Il 2 e 3 maggio torna UMF, University Music Festival, il contest musicale per emergenti, organizzato dal Coordinamento per il Diritto allo Studio-UDU e giunto alla sua 15esima edizione. Un’occasione imperdibile per chi ha la passione per la musica e vorrebbe mettersi alla prova davanti a un pubblico vero all’interno di quella che tutti gli altri giorni dell’anno è l’Università che ha scelto per portare avanti i suoi studi. Altrettanto imperdibile per chi ama ascoltare buona musica dal vivo, ma per una cosa o per l’altra finisce per non trovare mai luogo e momento perfetto per farlo. A raccontarci qualcosa di più sul festival, la sua storia, come iscriversi, il programma e i tanti cambiamenti apportati in questi anni, Ludovica Boschiero, Margherita Chiarini e Giulia Scanavino che fanno parte dell’organizzazione.

«Siamo già al quindicesimo anno di questa iniziativa nata e portata avanti, come molte altre, per la necessità di far sì che gli studenti si riappropriassero di alcuni spazi interni all’Università, normalmente adibiti a luogo di studio o di semplice passaggio, potendo trascorrerci del tempo oltre a quello delle lezioni e degli esami, dedicandolo a cinema, cultura, o come in questo caso, alla musica», spiega Ludovica che, ormai da alcuni anni all’interno del Coordinamento e dell’organizzazione di UMF, ha raccontato quali sono stati i cambiamenti principali apportati: «Il festival si è sempre svolto su più settimane, il mercoledì di ognuna, mentre dallo scorso anno abbiamo adottato la modalità delle due serata di fila, sempre a ingresso libero, aggiungendo anche come cornice al contest dell’altro». Infatti, ciascuna delle serate si aprirà alle 18 con una conferenza che tratterà il tema musicale connesso ai suoi risvolti politici, sociali ed etici con l’intervento di alcuni ospiti, e proseguirà, con la possibilità di cenare al bar allestito con panini e bibite, con il contest delle band alle 21. «La prima sera si terrà una conferenza sulla musica underground con ospiti il rapper pavese Tusco e l’ESA di Milano che organizza laboratori per insegnare ai ragazzi il rap. Il secondo giorno invece, avremo ospite il cantastorie Pino Masi che parlerà del ’68 e di cosa abbia significato per tanti movimenti sociali e musicali». L’evento principale all’interno di questa bella cornice culturale, però, rimane comunque il contest musicale a cui solisti e band (con almeno un componente iscritto o laureato all’Università di Pavia) potranno partecipare.

Come fare?

Ce lo ha spiegato Margherita: «E’ necessario partecipare al bando, che scadrà il 10 aprile, inviando per mail tutta la documentazione, compresa le demo di 2 o 3 brani. Dopodiché la giuria, composta da membri interni al coordinamento e da esperti, farà una scrematura selezionando le 6/7 band che parteciperanno al contest». A differenza dello scorso anno, «non ci saranno vincoli di genere» per i partecipanti che potranno ambire a un premio davvero importante per dei musicisti emergenti: «I vincitori potranno esibirsi in locali e festival del territorio facendosi così notare; partendo in piccolo potrebbero riuscire a realizzare grandi cose». La band che vinse la prima edizione del festival quindici anni fa, svelano le ragazze, fu il gruppo folkLa Corte dei miracoli”, che oggi si esibisce in locali importanti e incide album. Guest star dell’edizione 2018, gli “Aria buena”, la band alternative rock vincitrice nel 2017. A decretare la vittoria dei favoriti, sarà il voto della giuria unito, componente inedita, a quello social del pubblico che potrà iniziare già prima dell’evento a conoscerne i partecipanti scoprendo sulla pagina ufficiale di UMF i contenuti creati ad hoc. «Tutto ciò che è stato e sarà fatto per l’organizzazione del festival, compreso il banner ufficiale, è opera di un gruppo di una decina di persone, tutti volontari, studenti appassionati di musica e desiderosi di creare insieme un progetto per i loro compagni».

University Music Festival non è solo un contest per band emergenti, ma è anche l’occasione per chi ha voglia di mettersi in gioco, di dar vita a qualcosa di bello e importante. Non a caso durante le due serate saranno presenti anche tante associazioni del territorio, universitarie e non, per creare rete e dialogare. Tanti sono gli aspetti positivi di dar vita a un evento come questo: a Margherita ciò che piace di più di UMF «è il suo spirito creativo, quello di giovani diversi tra loro, ma che per il bene di tutti si impegnano a organizzare qualcosa di così bello, cercando di capire le esigenze, gli interessi di chi parteciperà per migliorarsi di anno in anno». Ed è d’accordo anche Ludovica: «In occasioni come questa ognuno mette grande impegno e passione, e il senso di responsabilità è molto, la buona riuscita dipende da noi. Ecco perché cerchiamo sempre di migliorare facendo al termine di ogni edizione un’autoanalisi per capire cosa è andato e cosa no e ciò che si può migliorare. Il dialogare e sapersi riadattare è il punto forte dell’evento». Giulia è invece alla sua prima esperienza nell’organizzazione in cui è stata coinvolta grazie alla sua passione per la musica: «Fin da subito, anche se non avevo mai partecipato a UMF, né come organizzatrice né come spettatrice, ho notato l’aspetto della collaborazione nel gruppo e ho voluto farne parte. È bello sentire sempre la presenza di un team unito e variegato come questo, insieme sappiamo di poter organizzare un festival bellissimo che si migliorerà sicuramente ancora nei prossimi anni».

Cosa aspettate dunque? UMF è un evento che non si può proprio perdere. L’appuntamento è il 2 e 3 maggio nel Cortile Teresiano, Inchiostro ci sarà e voi?

Ci vediamo lì, che vi troviate sotto o sopra al palco. In quest’ultimo caso, in bocca al lupo!

Claudia Agrestino

Sono iscritta a Studi dell'Africa e dell'Asia all'Università di Pavia. Amo viaggiare e scrivere di Africa, Medioriente, musica. Il mio mantra: "Dove finiscono le storie che nessuno racconta?"

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