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UMF 2013 – intervista a Silence, Exile & Cunning

di Francesca Lacqua

Inchiostro – Raccontateci chi siete, da dove venite, cosa fate.
Siamo in quattro: Lore, Jemba, Cosimo e Umbo. Siamo tutti studenti, veniamo da Crema e suoniamo insieme da circa un anno e mezzo. Il genere che facciamo è tra l’indie rock, l’alternative e la musica sperimentale. Questo fatto, come  la scelta di cantare in inglese, non è una decisione che abbiamo preso a prescindere: ci piaceva, ci riusciva, creava un nostro proprio suond.

Il vostro nome molto particolare, Silence, Exile & Cunning, cosa significa e perché l’avete scelto?
“Silence, Exile & Cunning”, che  significa “Il silenzio, l’esilio e l’astuzia”, è una citazione da Il ritratto dell’artista da giovane di James Joyce e vuole essere una critica al panorama indipendente italiano. Anche i nostri testi prendono ispirazione dalla letteratura inglese, verso la quale nutriamo tutti un’ammirazione particolare.

Altre influenze, sul piano musicale?
Veniamo tutti da esperienze diverse: tra le influenze maggiori direi MGMT e i Queens of the Stone Age, mentre un gruppo che mette d’accordo tutti possono essere i Morphine.

-Domanda di rito: suonare a Pavia, anche rispetto al panorama italiano, com’è?
Vita musicale ce n’è, e pure molta, ma credo che le potenzialità che questa città universitaria può offrire non siano sfruttate a pieno, soprattutto a causa del mancato supporto del Comune e delle istituzioni. In Italia una scena interessante e importante sta tornando anche grazie alle etichette indipendenti, che stanno facendo un buon lavoro scommettendo su idee valide.

Avete detto di aver pubblicato un disco: come è andata?
Si, abbiamo pubblicato un disco di 8 tracce intitolato EXÙ (che è il nome di una divinità brasiliana), registrato in studio, autoprodotto e autofinanziato grazie ai premi di diversi concorsi a cui abbiamo partecipato. Siamo in generale a favore della distribuzione musicale attraverso free download o tramite offerta libera. Mi viene in mente l’esperimento che hanno fatto i Radiohead qualche tempo fa: sono riusciti a guardagnare di più mettendo il loro album in offerta libera, rispetto a quanto avrebbero guadagnato proponendolo a prezzo canonico. Ormai per un artista gli introiti maggiori non vengono più dalla vendita del CD stesso ma dagli ingaggi e dai live.

Nell’immediato futuro cosa c’è?
Abbiamo partecipato alle selezioni per lo Sziget e stiamo aspettando la risposta. Ci sono nomi importanti in ballo, speriamo bene. Per il resto suoniamo in giro per il nord Italia per promuovere la nostra musica!

@hagliannicheha

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