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UMF 13 – La prima serata

Chi dice maggio dice UMF.

Ritorna anche quest’anno l’appuntamento fisso dei concerti dedicati alle band degli studenti universitari pavesi. Stesso posto, stesso palco, UMF (University Music Festival), organizzato da Coordinamento per il diritto allo studio – UdU Pavia, diventa così l’anteprima delle serate estive all’insegna della musica, un nota sicuramente positiva in un periodo decisamente impegnativo. Per tutto il mese, ogni mercoledì nel Cortile Teresiano si esibiranno tre gruppi, ognuno dei quali ha la possibilità di vincere un live sul palco di Radio Aut a giugno grazie al voto di preferenza espresso dal pubblico.

PLe Crisi di teoer la prima serata, dopo una timida jam session, salgono sul palco Le Crisi di Teo, gruppo meglio noto come Il Dio Cervo, ma che per l’occasione si danno un nome nuovo, un nome estemporaneo, un piccolo scherzo a vantaggio del Festival. Le “crisi di Teo” sono infatti quei momenti in cui il cantante, Teo, entra in un’altra dimensione e scrive i testi in una lingua tutta sua.

«Ma durano un secondo eh!» ci rassicura Francesco, il chitarrista.

Per non tradire i loro fan avevano portato il totem con la testa finta di cervo che solitamente indossano durante le esibizioni. Il gruppo propone sonorità che provengono dal rock psichedelico, un po’ drone, a cui si aggiungono dei virtuosismi vocali modificati dal loro sintetizzatore. Di base però hanno una formazione molto eterogenea, Matteo (la voce), Nick (la batteria) e Elvis (basso) formavano prima in un gruppo che faceva musica grunge, mentre Francesco (chitarra) proviene da un’esperienza più psichedelica, di rock sperimentale e drone. Insieme hanno costruito questo gruppo particolare e a breve lanceranno il loro primo disco auto-prodotto.

Sth last projecteguono i The Last Project, veterani del UMF in quanto si sono già esibiti almeno quattro volte, o forse cinque, nemmeno loro se lo ricordano precisamente. Hanno origini diverse, alcuni provengono dal blues, mentre il batterista era un metallaro ma oggi ascollta i Pooh. Hanno un genere alternative, rock-pop e si ispirano ai The Killers, i Kasabian, gli Editors.

«Quegli anni ’80 rivisitati: tastieroni e bassi» precisa Francesco, il cantante.

Alle spalle hanno già un EP (un disco da otto pezzi), Feelin’ good in your shoes e un album, Futurephobia. A breve ne pubblicheranno uno nuovo, a cinque anni dall’ultimo, che si chiamerà Pyrotechnic, ci rivela il batterista in esclusiva per Inchiostro. Nella loro carriera hanno partecipato a molti concerti in giro per l’Italia, insieme anche ai The Giornalisti. Il prossimo 17 maggio suoneranno a SpazioMusica (Pavia), per poi fermarsi fino all’uscita del singolo(presentato anche a UMF) prevista per giugno.

La stagione si apre discretamente, con una buona partecipazione e un programma ancora tutto da scoprire, anzi da ascoltare. L’appuntamento è per mercoledì prossimo, non mancate!

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