Cultura

Turista per un giorno #4- Alla Fabbrica del vapore la mostra sui Lego

Buon giovedì di piena sessione invernale, mie cari!

Oggi sarete turisti per un giorno in quel di Milano. Vi porto in un luogo segnato dal tempo, che vi farà scoprire un pezzo di storia della città e al tempo stesso vi farà ritornare bambini. Ma prima di tutto, un po’ di storia. Nella Milano di fine ‘800 nascevano le prime grandi fabbriche; ma se qualcuno produceva materiali nuovi, altri pensavano a riparare quelli già esistenti. Ecco che il 26 gennaio 1899, viene fondata un’azienda, la Ditta Carminati, Toselli & C., che si dedica alla “costruzione, riparazione, vendita di materiale mobile e fisso per ferrovie, tramvie e affini”. Capirete anche voi che dato che il tram è uno dei più vecchi “abitanti” di Milano, questa era una grossa faccenda. Ma i tempi cambiano e dopo un periodo di stallo dovuto all’epoca del fascismo, nel 1935 la fabbrica chiude ufficialmente. I capannoni vengono rivenduti alle più disparate società fino a quando, tra varie distruzioni e rifacimenti, la Fondazione Milano non li riutilizza a scopi culturali. Nasce così la Fabbrica del Vapore, un nome azzeccatissimo direi, che fino a domenica prossima (5 febbraio) ospita una mostra che, guai a voi se non andate a vederla. È una mostra fabbrica2particolare, che fonde arte pittorica, poiché riprende quadri e opere famose, arte scultorea, perché quello che vedrete sono vere e proprie sculture, ma anche l’architettura, perché queste opere d’arte non esisterebbero se qualcuno non le avesse composte mattoncino su mattoncino. Dopo aver visitato l’esposizione tornerete a casa e chiamerete a casa vostra madre chiedendole a gran voce: “Ma perché li hai buttati? E ora io come faccio?”. E se non lo farete, beh, sappiate che questa è stata la mia reazione. Se non lo avevate ancora capito, sto parlando dei Lego, quei piccoli mattoncini colorati che hanno fatto sognare milioni di bambini. Ed è proprio così, entrando nella mostra sembra di stare nel sogno del bambino che è in tutti noi e che ha sempre voluto realizzare delle costruzioni così grandi e perfette.

L’ideatore della mostra, nonché costruttore di ogni singola opera è Nathan Sawaya. Avvocato di New York, ha lasciato il lavoro per dedicarsi a quell’arte che sin da bambino lo aveva fatto sognare. La scelta dei materiali con i quali costruire le sue opere non è stata casuale. Come tanti altri bambini, la sua storia d’amore con i Lego inizia sin da piccolo, ma a differenza di tanti altri non ha mai rinnegato la sua passione per i famosi mattoncini. La sua prima scatola di Lego l’ha ricevuta a 5 anni e da lì non ha mai più smesso di costruire: pochi anni dopo, con immutata passione, ha costruito una vera e propria città di LEGO di 10 metri quadrati. A soli 10 anni, quando i genitori si rifiutarono di adottare un cane, Nathan, insoddisfatto, decise di costruirsene uno in Lego, a grandezza naturale. Oggi possiede più di 4 milioni di mattoncini colorati tra i suoi atelier dfabbrica1i New York e Los Angeles, ed espone le sue creazioni in tutto il mondo. Capite che anche se non è Picasso è comunque un po’ genio? E un po’ pazzo al tempo stesso aggiungerei… Ma è comunque impossibile non rimanere incuriositi e andare alla sua mostra. Si può quasi definire una rivoluzione, quella che ha portato nel mondo dell’arte. Qualcosa di semplice, usato dai bambini, trasformato in qualcosa di complesso che affascina tutto il mondo. Di opere famose riprodotte ce n’è per tutti i gusti, dal pensatore di Rodin, all’Urlo di Munch, a un dinosauro di 6 metri. Ma non voglio “spoilerarvi” troppo, penso mi basti aggiungere che la CNN l’ha inserita nella classifica delle 10 mostre da non perdere in tutto il mondo, questo per convincervi definitivamente. Lo spazio espositivo è di 1.600 mq e le 100 sculture sono state composte da circa un milione di mattoncini. Impressionante vero? E allora correte a vederla, tornate bambini e ricordate che come dice Nathan, “I sogni si realizzano…un mattoncino alla volta!”fabbrica3

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