CulturaPavia

Tullamore – L’intervista completa

di Emanuele Canzonieri e Francesco Napoletano
Dove, come e quando provate?

Proviamo una volta a settimana in una salaprove che condividiamo con altri gruppi. è poco dispendiosa e ci permette di provare con una certa regolarità.

Come vi organizzate per fare delle serate?

Sfruttiamo le opportunità che ci vengono concesse, i contatti che ci siamo creati nel tempo suonando dal vivo, e la nostra voglia di proporci.

Venite pagati?

Quando suoniamo dal vivo non chiediamo soldi, ci accordiamo per qualche birra o qualcosa da mangiare. Se il posto è lontano chiediamo il rimborso per la benzina e un posto dove dormire la notte. I soldi li lasciamo alle rockstar…..

Come siete arrivati a questa band e a questo genere?

Il genere è l’irish punk: fin dai tempi delle elementari mio padre mi portava a casa alcuni cd di musica tradizionale irlandese e scozzese. Ho iniziato ad apprezzare quel tipo di sonorità. Crescendo sono poi venuto a contatto col punk, e la svolta è stata quando ho ascoltato i Pogues: i due stili fusi in questo gruppo mi hanno fatto innamorare del genere e ho voluto intraprenderlo con i miei amici, scrivendo i testi e i giri di chitarra, rispettando la semplicità e l’efficacia del punk, arricchendola con strumenti tradizionali irlandesi come il mandolino, il tin wistle, il violino.

C’è qualcuno a cui vi ispirate particolarmente?

La figura che ci ha sempre “guidato” in tutta LA nostra esperienza è stato Shane McGowan, leader e cantante dei Pogues. Poeta irlandese di facili bevute, che per primo col suo gruppo unì il punk-rock con la musica tradizionale irlandese.

Progetti futuri?

I progetti sono quelli di suonare il più possibile, sia nella nostra città sia fuori Pavia. Per settembre abbiamo in programma la registrazione di un nuovo demo, con le nuove canzoni che stiamo provando in questo periodo.

Le tematiche affrontate nei testi sono frutto di studio o di pensieri personali?

Le tematiche si sono evolute con noi, si è passati da temi più generali ad esperienze personali della vita
quotidiana: sbronze al pub,irlanda,sbronze al pub ed infine sbronze al pub.

Suonate più per divertimento o lo fate come se fosse un lavoro?

La musica per noi è un divertimento, indipendentemente da tutto il resto, suoniamo per passione. Per noi la vera musica non può essere un lavoro,sarebbe una forzatura e perderebbe di significato.

Che ne pensate dei locali pavesi e dell’organizzazione della musica live a Pavia?

Sotto questo punto di vista penso che siamo in caduta libera, c’è sempre meno spazio per la musica dal vivo,
specialmente da quando è stato chiuso il Barattolo, uno degli unici posti che dava la possibilità di esprimersi e crescere ai giovani che volevano fare musica. Ora i locali disposti a fare suonare giovani band dal vivo si contano sulle dita di una mano, e i pochi che ci sono ti trattano a pesci in faccia. Di questi tempi vanno di moda le tribute band o i dj; spazio per i gruppi che propongono qualcosa di proprio ce n’è sempre meno.

Sperimentereste altri generi oltre a quello scelto o già sperimentati?

Rimaniamo e rimarremo fedeli al nostro genere. Più che sperimentare, lavoriamo per evolvere ed arricchire il nostro sound, mantenendo sempre l’impronta che avevamo fin dall’inizio.

Avete dei rituali prima di salire sul palco?

Sicuramente la spesetta alcolica pre-concerto non manca mai. in occasioni particolari compriamo anche alcune bottiglie di Tullamore Dew (whiskey irlandese, Ndr) da distribuire al pubblico per “facilitarne il coinvolgimento”. Purtroppo questa usanza ci ha dato qualche problemino coi gestori dei locali; in una occasione siamo anche stati “banditi” dal posto per un certo periodo di tempo.

Nel contesto pavese ci sono band con la quale vi piacerebbe fare delle collaborazioni?

In passato abbiamo collaborato con le “melodie Distorte”, con i quali abbiamo condiviso palco e sbronze. Alcuni componenti del nostro gruppo suonano anche con altre band, come i Doppio Senso. A proposito, vi invitiamo tutti alla loro reunion a Spazio Musica.

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