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Tre capolavori di Miyazaki di nuovo al cinema

di Demetra Trussardi

Hayao Miyazaki

Durante la scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki ha stupito tutti: tramite il presidente dello Studio Ghibli, da lui stesso fondato, ha annunciato il proprio irrevocabile ritiro. Così, dopo una carriera durata quasi quarant’anni, il regista settantatreenne ci ha lasciato una catena di successi innescatasi nel lontano 1984 con il lungometraggio Nausicaa della valle del vento, giunta poi all’apice con capolavori quali Il mio vicino Totoro, Ponyo sulla scogliera e Il castello errante di Howl. L’ultimo film, Si alza il vento, è stato considerato dalla critica come il più delicato e allo stesso tempo impegnato della sua carriera.
Vi eravate rassegnati a godere di questi capolavori solo sul piccolo schermo? Vi siete sbagliati: alcuni dei più celebri film del regista torneranno nelle sale cinematografiche nei prossimi mesi. Un’occasione da non lasciarsi scappare, sia per i fan di vecchia data sia per chi è ancora dubbioso se valga la pena perdere tempo con i film d’animazione.

Sì, perché uno dei grandi meriti di Miyazaki è stato proprio quello di far conoscere il valore dell’animazione agli occidentali, che sono soliti etichettare il genere come “per bambini”. Pur mantenendo centrale il tema dell’infanzia e della crescita, tocca infatti argomenti scottanti quali l’ambientalismo, soggetto base del primo film che sarà proiettato nelle sale italiane quest’anno dall’8 al 15 maggio, e cioè Principessa Mononoke. Attraverso le vicende della selvaggia protagonista, cresciuta fra i lupi, ci sarà narrato l’eterno conflitto fra industrializzazione, consumismo e l’irresistibile forza della natura, destinata a prevalere sull’avidità dell’uomo. Si continua dal 25 al 27 giugno con La città incantata, forse l’opera più famosa, quella che valse al regista l’Oscar per il migliore lungometraggio d’animazione nel 2003: la piccola Chihiro si ritrova prigioniera in un parco giochi in rovina, novella Alice nel Paese delle Meraviglie in un mondo abitato dagli spiriti caratteristici della religione tradizionale giapponese.

Un fotogramma di “Si alza il vento”

Si chiude in bellezza dal 13 al 16 settembre con Si alza il vento, che narra la storia di Jiro Horikoshi, ingegnere aeronautico vissuto durante la seconda guerra mondiale. Fu lui a progettare il modello dell’aereo utilizzato per l’attacco a Pearl Harbor, ma i sogni del Jiro di Miyazaki riguardano il volo come passione e non come mezzo offensivo. Il pacifismo quindi come tema centrale, ma anche la crescita personale, la lotta per realizzare i propri sogni, il femminismo (molte delle eroine dei suoi film sono donne) e l’amore, contrastato ma descritto con la consueta poesia e cura dei dettagli, anche visivi. Non di rado gli amanti appartengono a mondi diversi: in Principessa Mononoke la protagonista farà sempre parte della foresta, mentre Ashitaka sceglierà di abitare il mondo degli uomini. In La città incantata Chihiro è un essere umano e Haku uno spirito del fiume. Perfino in Si alza il vento la bella Naoko sembra destinata ad un fato diverso rispetto a quello di Jiro. Ma per quanto ostacolato e faticoso, l’amore resta sempre l’unica ragione per cui valga la pena di lottare. Storie per bambini? Forse, ma molti adulti avrebbero qualcosa da imparare.

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