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Torino 33: La Patota (Paulina, Santiago Mitre, 2015)

Remake dell’omonimo film del 1960 diretto da Daniel Tinayre, La patota è una lucida riflessione politica in chiave drammatica.

Paulina, interpretata da Dolores Fonzi (Premio per la Miglior attrice), lascia Buenos Aires con disappunto del padre, un giudice progressista, per intraprendere la carriera di insegnante in una zona remota del Sud America con gravi problematiche sociali. Qui incontra una natura umana tanto brutale quanto fragile, la cui secolare miseria e i soprusi hanno costretto a una vita violenta. Nei termini di una tragica vicenda individuale, esplorata con intimità attraverso un solido percorso introspettivo, si agitano tensioni che solo gradualmente lasciano spazio alla più ampia analisi politica, perno centrale del film, sintetizzata nel rapporto tra un padre liberale, pronto però a utilizzare gli strumenti del potere per la propria vendetta, e una figlia idealista, determinata a difendere l’utopia democratica. Ma nel film, permeato da efficaci chiaroscuri, le opposizioni non sono mai totalizzanti e nel contrasto tra la sinistra più pragmatica e quella più idealista convergono e si confondono ragioni e sentimenti di un’umanità dilaniata, a cui si intrecciano i destini degli emarginati, dei poveri, dei violentatori, vittime e carnefici a un tempo che Paulina, unica ad aver compreso l’inutilità di un sistema prettamente punitivo, è decisa a redimere con totale – e sotto certi aspetti inverosimile – spirito di abnegazione.

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