Sport

Tensione evolutiva

di Simone Lo Giudice e Giuseppe Enrico Battaglia

“Ci vuole pioggia, vento e sangue nelle vene, sangue nelle vene”. La tensione che deforma il volto del Conte di sabato sera ricorda quella del Cavani domenicale. In ballo c’è sempre un’evoluzione. Chi ha già vinto punta a migliorarsi, scogli arbitrali permettendo. Chi invece sogna la gloria più grande non ha bisogno di ulteriori motivazioni. La pioggia e il vento forgiano il carattere, ma è il sangue a fare la differenza. Quello di Juventus e Napoli rifluisce energicamente. Adesso sono vicinissime.

Conte inciampa sull’evanescenza della sua squadra, prima che l’arbitro Guida lo metta ko nel finale. A una Juve meno arrembante del solito non viene concesso un calcio di rigore solare nei minuti di recupero. Fioccano le polemiche e si rimettono in moto le malelingue. Proviamo a fare chiarezza: non esistono complotti, ma ci sono solamente errori che pesano più di altri. Servirebbe più obiettività da parte della carta stampata soprattutto e anche più serenità da chi lo sport lo vive da protagonista.

La Juve pareggia e il Napoli ne approfitta. Hamsik e Cavani stendono il Parma di Donadoni (alla prima sconfitta stagionale in casa), superando una piccola grande prova di maturità. Tre punti di distacco dalla Juventus sono pochi, ma stiamo parlando di due squadre molto diverse. L’organico di Mazzarri vale meno di quello di Conte e alla lunga la sensazione è che lo Scudetto possa restare lì dov’è. Sotto la Mole, sponda bianconera.

Cade la Lazio e Petkovic incappa nella prima sconfitta del 2013. Ai Biancocelesti manca ancora qualcosa. Quando non c’è Klose segnare è un’utopia e c’è poca qualità in mezzo al campo, Hernanes a parte. Buonissima stagione comunque per una compagine costruita con molto senno e pochi lussi.

A Milano vanno in scena sbalzi di umore. Da rincorsa quello del Milan (sia in classifica che sul mercato), a rilento quello dell’Inter (che dopo la vittoria allo Juventus Stadium si è smarrita in maniera sorprendente e ormai definitiva). Allegri ha saputo dare un senso tattico a una squadra fatta di giovani talenti, a cui andrà presto ad aggiungersi il redivivo Mario Balotelli. Per la prima volta in stagione il Milan torna in zona Europa, al termine di una rincorsa estenuante. Come estenuante è la monotonia di gioco che affligge questa Inter. Dopo Sneijder è partito anche Coutinho, altro piccolo profeta del bel gioco “alla latina”. Non convince il progetto: la centralità di Milito è divenuta un handicap e la squadra gioca in maniera fin troppo camaleontica e poco peculiare. Una buona squadra, per essere tale, deve avere un’identità marcata.

Riperde la Fiorentina di Montella (1 punto in 4 partite nel 2013) e soprattutto non vince più la Roma di Zeman. Un curioso caso quello della società giallorossa, che sta per gettare al vento l’ennesima stagione dopo un mercato estivo particolarmente esoso e un altro allenatore che non ha convinto.

LE PAGELLE DELLA 22^ GIORNATA
di Giuseppe Enrico Battaglia

È inverno, ma il calcio italiano non è mai stato così caldo. Dopo le polemiche arbitrali, il tramonto sulla Serie A cede il passo a una quanto mai imprevedibile Coppa Italia, e quasi fuori tempo massimo, eccovi le pagelle!

Alessandro Diamanti voto 8: attacca, smista, smarca e tira, facendo ogni cosa al meglio. Il prezioso di Bologna si becca una doppia querela per violenza sulla porta, ma quando si gioca così bene e non si segna, l’avvocato deve averlo solo la sfortuna. È lui il factotum di un Bologna che gira benissimo. CENTRO DI GRAVITÀ

Mauro Icardi voto 9,5: Marassi come il Pamelazo, Icardi come Negreanu. È il più temuto, ed è l’ultimo a parlare. Lascia che il piatto si ingrossi, e cala un poker d’assi che regala lo scontro salvezza alla memoria del suo presidente, entrando di prepotenza nel firmamento blucerchiato. ASTRO NASCENTE

Alberto Aquilani voto 4: dimostrandosi persona assennata ed intelligente, manda platealmente a quel paese l’arbitro nel momento migliore dei suoi. Passi che non voleva aspettare la doccia, ma il suo errore costa tutta la posta in gioco al Massimino, e ora il suo ruolo di leader nella squadra viola è in bilico. TRAGICO FANTOZZI

Alessandro Rosina voto 3: solitamente, gli attaccanti delle squadre a caccia della salvezza hanno gran fiuto del gol. Rosina sovverte tale postulato dando in pasto alle bestemmie dei tifosi due opportunità che avrebbero fatto grande qualunque Bogdani. La buona notizia è che ora non c’è più dubbio: è scarso. SOPRAVVALUTATO

Fredy Alejandro Vasquez Guarin e Samir Handanovic voto 6 (diviso 2): con una situazione che ricorda da vicino Fifa, il portierone serve il portoghese circondato dai giocatori del Torino. Questi poi, invece di spazzare alla “Viva il parroco”, decide di giochicchiare con Meggiorini, che tanto “chi caspita è Meggiorini?”. È l’incipit di una serata da dimenticare per i nerazzurri. LEZIOSI

Riccardo Meggiorini voto 7,5: non si finisce mai di imparare. Meggio scopre contro l’Inter che è possibile segnare più di un gol nella stessa partita (grazie a “L’importanza di giocare alla Barone”), e diventa così conscio delle proprie possibilità. Certo è che, fino a domenica pomeriggio, persino Ventura avrebbe riso ad immaginarsi una sua doppietta a San Siro. SORPRESA

Per bocciare il pagellista e suggerire altre pagelle, come sempre: twitter.com/@_batrax

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