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Teatro Europeo Plautino: “L’Anfitrione” di Plauto

Nei giorni precedenti la messa in scena de L’Anfitrione da parte del Teatro Europeo Plautino, mentre tentavo di fare proselitismo per portare amici e parenti a vedere questa compagnia verso la quale, dopo aver visto nel 2016 il Miles Gloriosus, nutrivo grandi aspettative, ho cercato di spiegare quanto fosse stata interessante in quell’occasione l’idea di impiegare i caratteri della commedia dell’arte nel teatro classico. Nell’ambito del recupero della commedia classica si tratta in verità di una scelta registica piuttosto diffusa al giorno d’oggi e le ragioni sono da ricercare nel fatto che permette di rifarsi a tutto un repertorio consolidato di lazzi e figure di grande efficacia scenica. Dato che quegli stessi caratteri dell’Arte nascono nel teatro del Cinquecento proprio dalla ripresa del teatro classico (e in particolare plautino) questa associazione (dovuta ad uno sguardo retrospettivo) ha rappresentato, anche per l’alto livello con cui gli attori l’hanno resa, il maggior pregio del Miles. Pertanto, ritenendola una scelta efficace e aspettandomi che venisse applicata anche a L’Anfitrione mi sono messo a sostenerla con decisione. Poi qualcuno, con mio momentaneo disappunto, mi ha fatto notare l’anacronismo di questa rilettura argomentando che, in linea di massima, sarebbe preferibile una rappresentazione più fedele, non a posteriori, magari rispettosa dell’alternanza di parti cantate e parti recitate, come effettivamente avviene in Plauto.

Teatro Europeo Plautino - AnfitrioneTeatro Comunale di Cesenatico, 31-01-2018

Tuttavia, nonostante un iniziale disaccordo, ho dovuto ricredermi dopo aver assistito a L’Anfitrione di Plauto, portato dal Teatro Europeo Plautino sul palco del Teatro San Babila di Milano il 13 marzo. La scelta registica di Cristiano Roccamo va infatti nella direzione del recupero della dimensione canora dello spettacolo plautino. Quella del canto, si badi bene, è una delle caratteristiche del teatro di Plauto e all’epoca una innovazione rispetto ai suoi modelli. I poeti della Commedia Nuova, Menandro per intenderci, di cui Tito Maccio Plauto rielabora e adatta le opere, non contemplano infatti il canto nelle loro possibilità espressive e si limitano al recitato. Ritrovare e reintrodurre questa specifica è certamente un passo verso una rappresentazione più fedele al testo ma pone degli immediati problemi. Quale musica? Quale ritmo? La scelta del Teatro Europeo Plautino è coraggiosa e sperimentale. Non melodie in stile frigio (tipo ne Il Gladiatore di Ridley Scott) o altre cose a tema esplicitamente e stereotipatamente classico ma musica elettronica, sulla quale si innestano le parole. Una scelta azzardata certo, che però si muove in una interessantissima direzione di riscoperta, valorizzazione e attualizzazione del patrimonio classico. Con il Miles la compagnia aveva trovato una strategia eccellente ed estremamente produttiva: i personaggi della commedia dell’arte, coi loro lazzi e tipizzazioni emblematiche, erano calati nel mondo della palliata. Una soluzione comicissima che si basava su un repertorio comico consolidato e sicuro. Con L’Anfitrione hanno, io credo, scelto programmaticamente di andare oltre, di sperimentare qualcosa di diverso, assumendosi inevitabilmente dei rischi.  Ebbene questa sorprendente sperimentazione ha dato esiti a mio avviso decisamente positivi: la canzone in cui Alcmena protesta per la partenza del marito è divertente ed orecchiabile (potenzialmente avrebbe tutti i crismi per diventare una hit), un risultato certamente non facile se si considera che si tratta dell’adattamento artistico di un testo del II secolo a.c.

Teatro Europeo Plautino - AnfitrioneTeatro Comunale di Cesenatico, 31-01-2018

Per concludere, il Teatro Europeo Plautino con questo adattamento che recupera la dimensione canora si muove in due direzioni: da una parte stabilisce un rapporto di maggiore aderenza al testo originale e dall’altra lo rende al contempo più piacevole per lo spettatore contemporaneo. Lo scopo dichiarato della compagnia di riscoprire il teatro classico per avvicinare il pubblico al patrimonio culturale della classicità è dunque pienamente realizzato.

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