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Il Super Bowl tra ieri e oggi: quando lo sport si unisce allo show

È l’evento sportivo più atteso dell’anno. Con la bellezza di 1230 miliardi di litri di birra e 12,5 milioni di pizze in media negli ultimi sette anni, è la sera in cui gli statunitensi mangiano di più, dopo il Ringraziamento. Il Super Bowl andrà in scena nella notte di domani a Tampa, in Florida. Nient’altro che la finale del campionato nazionale statunitense di football americano. O forse molto di più.

Definire il Super Bowl una partita di football è riduttivo: per quanto il football negli USA sia lo sport per eccellenza, il motivo per cui il Super Bowl raggiunge un pubblico di almeno 100 milioni di persone ogni anno – 170, se si considerano anche gli spettatori dall’estero – risiede in tutto ciò che ruota attorno alla gara stessa.

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I Kansas City Chiefs celebrano la vittoria al termine del Super Bowl 2020
Crediti: Mike Ehrmann

Il Super Bowl racchiude in sé sport, musica e spettacolo puro. Cantanti famosi in tutto il mondo vengono infatti invitati a esibirsi durante l’intervallo dell’half-time, tra secondo e terzo tempo. In 20 minuti di show pirotecnico le migliori star di fama internazionale intrattengono un pubblico enorme, sia allo stadio sia in diretta TV. Un altro grande artista riceve inoltre l’onore di intonare l’inno nazionale americano prima che inizi il match.

Quest’anno la superstar dell’half-time sarà il canadese The Weeknd, mentre il national anthem sarà interpretato da Eric Church e Jazmine Sullivan.

Il fatto che i cantanti non vengano pagati per la loro esibizione in un primo momento potrebbe stupire, ma l’evento ha una risonanza tale per cui è impensabile rifiutare l’invito: consideriamo ad esempio il caso di Lady Gaga, la quale – durante lo spettacolo del 2017 – fece registrare oltre 23000 downloads. Corrisponde circa al 1000% in più rispetto al giorno precedente.

Negli ultimi anni ci siamo goduti l’esibizione di artisti eccezionali, tra cui Madonna, Bruce Springsteen, i Coldplay e i Rolling Stones. In origine, però, il calibro dei musicisti invitati al Super Bowl era di rilievo molto inferiore. In genere, infatti, venivano ospitati esclusivamente artisti minori e band studentesche, con l’importante eccezione di Ella Fitzgerald nel 1972.

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I Coldplay durante la loro esibizione al Super Bowl 2016
Crediti: Cary Edmondson – USA TODAY Sports

In questo senso il punto di svolta fu il 31 gennaio 1993. In quell’occasione la National Football League decise di cambiare passo rispetto agli anni precedenti, invitando sul palco Michael Jackson.

L’intuizione di legare uno degli sport più amati in tutto il Paese allo show di star internazionali si rivelò esatta: oggi il giro di incassi che orbita attorno al Super Bowl – considerando biglietti, pubblicità e incassi per la città ospitante – raggiunge cifre inimmaginabili. La coppa del Super Bowl, ad esempio, non è come tutte le altre: si tratta infatti di un pallone da football in argento realizzato da Tiffany, il cui valore si aggira intorno ai 25000 dollari. Tutti i giocatori, allenatori e dirigenti della squadra vincitrice ricevono inoltre degli anelli di oro bianco e diamanti, su cui viene inciso il logo del team.

Gli spot pubblicitari dimostrano in maniera altrettanto eloquente la quantità di soldi in ballo in ogni Super Bowl: i vari marchi pagano tra i 5 e i 6 milioni di dollari per garantirsi uno spazio di 30 secondi. Leggendaria fu in particolare la pubblicità realizzata da Apple per il primo Macintosh nel 1984. Proprio il 1984 è un anno peculiare, sia perchè protagonista di un famoso romanzo di George Orwell, sia perchè avrebbe visto la realizzazione delle Olimpiadi di Los Angeles ( in piena Guerra Fredda). La Apple decise così di mettere in scena un’eroica lanciatrice di martello nell’atto di distruggere il Grande Fratello. In questo modo separò nettamente la sua nuova invenzione dalle distopie orwelliane e, in modo più sottile, sovietiche.

Concentriamoci però sulla serata di domani. L’edizione 2021 sarà piuttosto diversa dalle precedenti, per una serie di motivi.

Innanzitutto pesano sulla manifestazione le conseguenze della pandemia: gli spettatori saranno solo 22000, un terzo rispetto alla capienza dello stadio. Tra questi ci sono 7500 medici e infermieri, invitati d’onore della National Football League.

Covid a parte, due sono i nomi da tenere a mente in questa finale: Tom Brady e Sarah Thomas.

Il primo è un quarterback eccezionale. A 43 anni è riuscito a guidare per la prima volta in finale i Tampa Bay Buccaneers, team che da 13 anni non riusciva ad accedere nemmeno ai play-off. D’altra parte i New England Patriots – ex squadra di Brady, in cui ha militato dal 2000 all’anno scorso – sono rimasti esclusi dagli stessi play-off. Proprio loro, che dal 2012 a oggi hanno partecipato a cinque Super Bowl su nove. Comprendiamo quindi quanto un giocatore possa fare la differenza, specialmente in termini di carisma e sicurezza nei momenti più critici.

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Tom Brady festeggia con la figlia dopo il Super Bowl 2019
Autore: Jamie Squire | Ringraziamenti: Getty Images

Sarah Thomas è invece la prima arbitro donna nella storia del Super Bowl. Avrà il ruolo di giudice di down, cioè dovrà posizionare con esattezza millimetrica la catena che indica le 10 yard da guadagnare per conquistare un primo down. Dopo la comparsa di arbitri femminili in Champions League ed Europa League, le donne riescono ad abbattere un’altra grande barriera su uno dei più risonanti palcoscenici dello sport internazionale. La speranza è che le figure femminili dai ruoli chiave nel mondo sportivo aumentino sempre di più, così che la loro presenza diventi naturale. Tanto naturale da non fare neanche più notizia.

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Sarah Thomas
Crediti: Getty Images

In sostanza, assistere al Super Bowl si trasforma quasi in un dovere per il cittadino americano medio. Tutti sanno che i loro amici, colleghi, nonni e vicini di casa si ritroveranno davanti alla televisione, in una sorta di rito collettivo in cui l’atto stesso di guardare la partita non è che una minima parte del processo. Rientrano nell’atmosfera pervasiva del Super Bowl anche momenti che a primo impatto parrebbero di rilevanza secondaria, come commentare con i compagni di classe la performance dei giocatori la mattina successiva o pronosticare già mesi prima della finale quali cantanti potrebbero essere selezionati.

Il Super Bowl non è dunque un evento sportivo, tanto meno musicale: è un fatto culturale, uno dei giorni in cui tutti gli abitanti degli States hanno la possibilità di dimostrare il loro attaccamento alla nazione.

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