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“Sully” di Clint Eastwood

Clint Eastwood per il suo trentacinquesimo film da regista, Sully, sceglie di raccontare una storia vera e punta su Tom Hanks. L’attore americano interpreta Chesley “Sully” Sullemberg, comandante del volo commerciale Cactus 1549 della US Airlines, diretto a Charlotte, e salito agli onori della cronaca il 15 gennaio 2009 per il “miracolo dell’Hudson”, l’ammaraggio straordinario sul fiume a seguito di un birdstrike, che portò fuori uso entrambi i motori dopo pochi minuti dal suo decollo dall’aereoporto newyorkese di LaGuardia.

Tutte le 155 persone a bordo (150 passeggeri e 5 dell’equipaggio) furono tratte in salvo senza gravi ferite e il comandante Sully fin da subito venne definito da tutti i media e dalla popolazione come un eroe. Non della stessa opinione però fu la Nation Trasportation Safety Board (agenzia investigativa di cui nel film fa parte anche Anna Gunn, che ricordiamo per la serie tv Breaking Bad), che mise sotto inchiesta Sully e il primo ufficiale Jeffrey Skiles (interpretato da Aaron Eckhart). Il rischiosissimo ammaraggio sul fiume era l’unica possibilità di salvezza? L’aereo dopo l’impatto con gli uccelli avrebbe potuto in 208 secondi far ritorno a LaGuardia oppure atterrare in sicurezza in un altro vicino aereoporto? Quanto è stato rilevante il “fattore umano”?

Il futuro di Sully, la carriera da esperto in sicurezza e la pensione di una vita dipendono da queste domande, che portano il protagonista a dubitare di se stesso.

Nonostante si conosca l’epilogo felice dell’incidente, Eastwood è riuscito a non essere scontato. La sequenza dell’incidente, infatti, anche se riproposta da più punti di vista nel corso della pellicola (con richiami anche all’11 settembre), ogni volta riesce a coinvolgere appieno lo spettatore, che vive il momento del pericolo, complice anche la fotografia cupa e grigia che ci porta ad un freddo giorno di gennaio.

Finale essenziale, come del resto è anche la stessa caratterizzazione dei personaggi, tanto che del protagonista si conosce solo ciò che è funzionale alla vicenda: quarantadue anni di passione per il volo alle spalle (un flashback ci mostra un episodio della sua esperienza), una moglie apprensiva a casa e due figlie che vengono inquadrate solo di spalle.

A giudicare dagli incassi sia oltreoceano che italiani, il film sembra aver trovato un buon riscontro nel pubblico. Riuscirà a raccogliere qualche nomination agli Oscar? La risposta l’avremo il 24 gennaio prossimo, quando verrano rivelate le candidature dall’Academy.

Chiara Turco

Chiara Turco nasce a Pavia il 23 agosto 1993. Frequenta il liceo scientifico "C. Golgi" di Broni (PV), diplomandosi nel 2012. Nel febbraio 2018 consegue la laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Pavia. Appassionata di Cinema, diventa redattrice di Birdmen nel dicembre 2016, per poi successivamente occuparsi anche dell'ambito social network.

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