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Sport locale, Lega Pro / Pavia-Lecce: capolavoro azzurro

di Fabio Muzzio

L’impresa può non arrivare da una vittoria: talvolta la si raggiunge con un pareggio.

Questa è la mia convinzione dopo la partita del Fortunati: il Pavia, rimaneggiato, incompleto e giovanissimo ferma una corazzata come il Lecce e ottiene un punto da raccontare ai nipotini.

Questo 2-2 lo paragono ad altri 2 a 1 che ho visto al Fortunati quando era solo il Comunale: le vittorie sul Brescia di Antonio Pasinato e sul Parma di Arrigo Sacchi. Sono passati troppi anni ed è giusto parlare solo di ieri pomeriggio.

La sensazione del potercela fare la sentivo, c’è un cinguettio alla fine del primo tempo a testimoniarlo. Il “Santo” Roselli guida la sua truppa a un risultato storico e la domenica è dolcissima.

Il Lecce è di un altro pianeta, ma gioca con presunzione. Il Pavia parte timoroso e si è fa infilare dopo 7’ da Bogliacino. Occorre ritrovare fiducia e consapevolezza e piano piano gli azzurri escono dal guscio. Vanno vicini al gol, anche se Chiricò, stratosferico cursore sulla sinistra, semina il panico ogni volta che ha la palla tra i piedi. Al 29’ arriva il pareggio: cross di La Camera e Beretta di testa la metta all’angolino basso: la sensazione è che Benassi l’abbia “battezzata” fuori. La battuta è che Roselli, imponendo le mani, abbia spostato la porta. Comunque sia andata la metà azzurra del Fortunati esplode.

Il Pavia se la gioca, Lerda toglie un tatticamente esiliato Falco (sembrava di vederlo nei momenti da incompreso dell’era Domenicali-Pergolizzi), ma in chiusura di tempo è il Lecce a passare ancora con Bogliacino, sempre ispirato da Chiricò.

Un gol in apertura e un gol in chiusura potevano tagliare le gambe, ma così non è stato: è qui l’impresa.

Al 54’ i salentini hanno l’occasione di chiudere la gara: Zanini commette un fallo ingenuo su Chiricò, ma Foti, che non ringrazierò mai abbastanza, tenta il cucchiaio e la palla si stampa sulla traversa. La partita rimane aperta e dopo 4’ Esposito tocca sul piede d’appoggio Cesca: rigore e Beretta lascia da parte i preziosismi e fa 2 a 2.

Il Pavia accusa un po’ di stanchezza, Roselli inserisce altri baby, il Lecce preme, mette paura, ma non sfonda, anzi, è Meza Colli che sorprende Benassi con un tiro che si stampa, purtroppo, sulla traversa. Non osiamo immaginare cosa poteva succedere se il risultato si fosse ribaltato.

C’è ancora da recriminare per un fallo di mano di Esposito, ma l’arbitro Aureliano di Bologna non se la sente di assegnare il rigore. E la cosa non ci stupisce, perché ci è sembrato intimorito dall’avversario forte contro quello debole.  A testimoniarlo un dato: il numero di ammoniti da una parte e dall’altra (5 a 1 per noi). Se avrà l’opportunità di salire nelle categorie superiori si farà notare di certo per questo tipo di conduzione di gara.

Ho volutamente tralasciato nel mio resoconto le eccessive misure di sicurezza e il fatto che in curva ci fossero solo 50 spettatori e lì ci potevano stare tutti quelli messi nei Distinti; che ho visto più di una sciarpa giallorossa camminare tranquillamente in zone che erano state riservate solo ai colori azzurri, per non parlare dei fumogeni, che sarebbero vietati: non voglio guastarmi e guastare il momento magico.

Mi godo l’impresa che ha visto trionfare il cuore e il coraggio del più debole, che ferma l’avversario più forte e presuntuoso. Come quel Brescia e quel Parma che ci lasciarono le “penne”.

Venerdì i Roselli boys tornano in campo a Cremona in un derby delicato, con i grigiorossi sicuramente più freschi, perché in questo turno hanno risposato. I recuperi di Ferrini e Redaelli sono ancora lontani, quindi l’emergenza numerica a centrocampo prosegue. Ci sarà da soffrire, ancora da inventare e ancora da soffrire.

Al Fortunati si torna il 25 con il Trapani: e tornerò nel mio seggiolino, senza essere più un allontanato per questioni di ordine pubblico.

Salut e alla prossima

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