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Sport locale, Lega Pro / Pavia-Cuneo 0-2: una squadra che non c’è più

di Fabio Muzzio

 

Il Pavia non c’è più. La mia tranquillità della scorsa settimana era mal riposta. Mi verrebbe da dire che qui si rischia e grosso. Speriamo di no. Nervi saldi, tifosi compresi, perché servono ancora punti.

Un Cuneo che è sembrato andare al doppio della velocità del Pavia sbanca il Fortunati, si rimette in corsa per la salvezza diretta e inguaia la truppa del Santo. Il Pavia è molle e irriconoscibile. I play out, non oggi, perché paradossalmente siamo a quattro punti dai play off, potrebbero diventare triste realtà nel giro di in mese: Lecce, Cremonese, Trapani le prossime tre gare che ci aspettano. E non aggiungo quelle rimanenti e il fatto che non si sia ancora osservato il turno di riposo.

A preoccuparmi sono le due trasferte contro le prime della graduatoria che si tanno giocando la B diretta. Nel girone di andata entrambe hanno assaporato quanto fossimo un osso durissimo da rosicchiare. Oggi temo che siamo un panino di burro al sole. E, in mezzo i grigiorossi, vera delusione del torneo, in questo momento ancora dietro, perché giocheranno tra qualche ora con il Como, ma che un pensierino alla possibilità di giocarsi gli spareggi per la B non l’hanno ancora riposta e poi, pure loro, devono togliersi dalla zona pericolosa.

Tornando alla gara di ieri, il Cuneo ha fatti lo stretto indispensabile per vincere: al 26’ ha trovato un rigore generoso (il fallo di D’Orsi su Cristini c’era, ma per il calcio in faccia l’arbitro Di Ruberto di Nocera, segnarsi il nome perché avanti così farà danni in categorie superiori, doveva assegnare una punizione  a due per gioco pericoloso.) Martini dal dischetto non perdona Kovacsik, che è andato a un soffio dal respingere il pallone.

Roselli, senza lo squalificato Capogrosso e l’infortunato Statella, ha cercato in tutti i modi a rimescolare le carte, invertendo le fasce più volte, passando dalla difesa a quattro a quella a tre, dalle due punte alle tre punte, ma non ha ottenuto un granché.  Anzi, il risultato è peggiorato.

Oltre alle due fiammate ravvicinate di Cesca e Romero, che hanno impegnato l’estremo ospite, il Pavia non è pervenuto. A completare la giornata un errore di Kovacsik, fin lì l’unico che si era salvato per due miracoli: dal contropiede piemontese è arrivata al 91’ una conclusione di Di Quinzio, scivolata sotto il corpo del nostro estremo per un 2 a 0 che non ammette repliche.

Vedendola da fuori sembra che la condizione atletica sia l’imputata, ma non vorremmo che l’ottimo girone di andata abbia illuso e fatto mollare anche dal punto di vista psicologico un gruppo che ha comunque dato già tutto. A completare l’analisi un mercato di gennaio (forse) di prospettiva che di consistenza dell’immediato: i nuovi arrivati, al momento, sono più rincalzi che titolari.

L’illusione di una salvezza tranquilla è oramai tramontato. Le facce dei Distinti che ho visto al termine della gara di ieri evidenziavano più paura che delusione.

Prepariamoci quindi a un finale di sofferenza, auspicando di non finire negli spareggi:  l’anno scorso, con una squadra rafforzata a gennaio, in piena rimonta e sorretta da una condizione atletica perfetta, avremmo forse infastidito persino chi lottava per salire in B, ma adesso ci arriveremmo completamente svuotati.

Sabato si anticipa a Lecce e in diretta TV.

 

Forza ragazzi e salut a tutti.

 

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