Scienza

Spiaggiamento dei capodogli in Puglia

di Marianna Siani

La situazione attuale, le necroscopie, lo smaltimento delle carcasse  nella testimonianza diretta del prof. Gianni Pavan, membro del coordinamento del centro di monitoraggio degli spiaggiamenti nominato dal Ministero.

capodogli

Giovedì 10 dicembre un gruppo di 7 capodogli si è arenato sulla spiaggia del litorale prospiciente il Lago di Varano (Foggia). Secondo alcuni osservatori, altri due capodogli si sono avvicinati alla costa ma poi hanno ripreso il largo. Dei sette arenati, venerdì ne risultavano tre ancora vivi, sabato mattina erano vivi in due, poi deceduti nella notte tra sabato e domenica. Nonostante il desiderio di tutti fosse di poterli salvare, le condizioni di fondale basso molto esteso e mancanza di escursioni di marea che sollevassero gli animali a condizioni di galleggiamento, non hanno consentito alcun intervento in tal senso.
Spiaggiamenti di massa di capodogli sono estremamente rari in Mediterraneo. Le uniche segnalazioni sono del 1734, con dodici capodogli spiaggiati in Sicilia vicino a Mazara del Vallo,  del 1853 con 6 capodogli in Istria, del 1892 con 7 esemplari a Marsala.
Dopo i primi sopralluoghi effettuati venerdì dalle Autorità locali e dai rappresentanti del Centro Studi Cetacei, è partita da Padova una squadra di veterinari esperti in necroscopie sui grandi cetacei guidata da Sandro Mazzariol, con il coordinamento del centro di monitoraggio degli spiaggiamenti costituito, su mandato del Ministero, dal Prof Gianni Pavan dell’Università di Pavia (CIBRA), dal Prof Bruno Cozzi dell’Università di Padova e dalla Dr Michela Podestà del Museo di Storia Naturale di Milano.
Appena gli animali deceduti sono stati portati sulla spiaggia con le ruspe, sabato, e sono stati autorizzati gli interventi necroscopici, è iniziata l’autopsia sull’animale in migliori condizioni di conservazione, operazione che si è protratta sino alle 2 di notte in condizioni di lavoro veramente disagevoli. Il mattino successivo sono iniziate le medesime operazioni su un altro animale  deceduto la notte precedente, quindi nelle migliori condizioni per il prelievo di tessuti da studiare.
Alle necroscopie hanno partecipato, oltre al personale dell’Università di Padova, diversi specialisti nazionali di Università, Aziende Sanitarie Locali e Istituti Zooprofilattici Sperimentali, nonché una squadra di specialisti spagnoli, patologi dell’Università della Catalogna, e diversi altri volontari, tra i quali anche membri del Centro Studi Cetacei. Il tutto in un eccellente clima di collaborazione tra istituzioni di diversa natura, volontari e forze dell’ordine. Nel frattempo un’altra squadra ha provveduto a effettuare i rilievi sulle altre carcasse e, successivamente, a far sfogare i gas di decomposizione per evitare scoppi.
I rilievi fotografici consentiranno di verificare sui cataloghi di fotoidentificazione dei capodogli Mediterranei se gli animali spiaggiati erano precedentemente stati avvistati  e di quale area fossero frequentatori.
I reperti delle necroscopie serviranno agli specialisti per valutare lo stato di salute degli animali e possibilmente evidenziare cause e concause di morte. I campioni di tessuti saranno depositati nella Banca Tessuti Cetacei dell’Università di Padova e successivamente distribuiti agli specialisti che ne facciano richiesta per i più svariati studi.
I dati raccolti e i risultati autoptici saranno infine resi pubblici e depositati nella Banca Dati Spiaggiamenti costituita, sempre su mandato del Ministero dell’Ambiente, dall’Università di Pavia presso il Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali. Ora il problema principale è lo smaltimento delle carcasse, del peso stimato di 11-12 tonnellate ciascuna. L’opzione migliore è sotterrarle in luogo idoneo per poi attendere che i naturali processi di decomposizione consumino le parti molli e consentano, nel giro di qualche anno, di dissotterrare gli scheletri per ulteriori studi o per ricavarne reperti museali.
Lunedì 21 dicembre, in una apposita riunione indetta dal Ministero dell’Ambiente verrà discusso il caso per valutare gli interventi effettuati e ulteriormente definire e potenziare le capacità di intervento in casi simili.
La Banca Dati Spiaggiamenti è accessibile online all’indirizzo http://mammiferimarini.unipv.it.

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