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“Sogni europei” – È stato bello finché è durato. Grazie comunque

di Francesco Iacona

Quando mi era stata data l’opportunità di tenere una rubrica sulle partite della Nazionale italiana a Euro 2012 avevo subito deciso di intitolarla Sogni europei. Perché per noi italiani questi Campionati Europei, inizialmente, erano solo un sogno, erano qualcosa di difficilmente raggiungibile. I pronostici non erano affatto positivi, anche per una serie di eventi che si erano susseguiti nel periodo pre Europeo: la vicenda calcio-scommesse (entrata sin dentro i cancelli di Coverciano), gli infortuni e la pesantissima sconfitta in amichevole contro la Russia). Molti pensavano che sarebbe stato arduo superare il girone iniziale e, di fatto, l’obiettivo primario era quello.

Quest’Italia, invece, è riuscita a sovvertire ogni previsione: bel gioco, tanta bravura e tanto cuore hanno fatto sì che si raggiungesse addirittura la finale del torneo giocando quasi sempre ad alto livello. Cesare Prandelli è riuscito a mettere su una squadra solida e bella da vedere, confermando le sue grandi qualità di allenatore. Il tutto è impreziosito dal fatto che le squadre incontrate sono state tutte di elevata caratura (eccetto l’Irlanda): Spagna, Croazia, Inghilterra, Germania e ancora Spagna; inoltre, tre partite su sei sono state giocate contro le più forti e strafavorite (Spagna e Grmania). I “Prandelli’s boys”, quindi, sono stati meravigliosi; e bravissimi a trasformare il sogno in una quasi realtà.

Se il tutto si fosse fermato a giovedì sera, a subito dopo il termine della gloriosa Germania-Italia, sarebbe stato perfetto. Ma l’ultima partita, la finale, era da giocare. Milioni di italiani erano nelle piazze a tifare tutti uniti; oppure in casa con gli amici, tutti incollati al televisore. Questo è il bello della Nazionale. È vero che nella vita ci sono cose più importanti del calcio, ma è una grande verità il fatto che la Nazionale unisce gli italiani. Noi siamo un popolo complesso, eterogeneo e spesso diviso su molti fronti, ma la Nazionale di calcio elimina tutto ciò, fa venir meno le differenze, ci rende tutti fratelli. E riesce ad appassionare anche gli agnostici del calcio. Non sarà molto, ma è pur qualcosa.

 

Purtroppo è andata come tutti sappiamo. La prestazione dell’Italia contro la Spagna è stata pietosa: di fatto gli Azzurri non sono mai scesi in campo e Prandelli – che fino a questo momento era stato bravissimo – ha commesso degli errori grossolani.

Dal punto di vista della formazione sarebbe stato meglio schierare dall’inizio giocatori più freschi: Balzaretti anziché Chiellini (completamente fuori condizione), Nocerino al posto di uno spentissimo Marchisio e un altro attaccante per Cassano. Inoltre, lascia veramente perplessi il cambio Montolivo-Motta; l’ex fiorentino era l’unico che stava meritando la sufficienza e il suo cambio è stato veramente un mistero e poi per inserire un giocatore modesto, lento, macchinoso e con i piedi quadrati come Thiago Motta… Al massimo si sarebbe potuto inserire Diamanti, più offensivo e quindi più adatto per provare a rimontare. Ma queste, ovviamente, sono solo delle considerazioni postume; siamo tutti bravi a fare gli allenatori, ma l’unico che li ha visti allenarsi giorno dopo giorno è stato Prandelli. E comunque, poco sarebbe cambiato: la Spagna era troppo superiore. Perdere contro una squadra così forte ci sta, ma almeno ci si sarebbe aspettati una sconfitta meno umiliante.

Pochissime azioni, pochissimi tiri in porta, quasi non si superava la metà campo. La Spagna è stata padrona del campo per 90 minuti e ha meritato di vincere 4-0 e di portare a casa la coppa. Risultato giusto e niente da recriminare. Anche se la delusione è molta, peccato. Noi italiani possiamo consolarci con un secondo posto meritato e comunque onorevole.

Non possiamo far altro che dire grazie a dei campioni che ci hanno portati a un passo dal sogno.

 

La Spagna è riuscita nell’impresa di centrare il “triplete”: cioè di vincere consecutivamente Europeo-Mondiale-Europeo. E ha tutte le carte per continuare il ciclo.

Già l’anno prossimo si ricomincia con la Confederations Cup, a cui parteciperà anche l’Italia in quanto vicecampione d’Europa. Le altre squadre partecipanti dono: la Spagna campione del Mondo, il Giappone campione d’Asia, il Messico campione di Centro-Nord America, l’Uruguay campione di Sudamerica, Tahiti campione d’Oceania e la nazionale che vincerà la Coppa d’Africa 2013.

Chissà che tra dodici mesi Italia e Spagna non si incontrino di nuovo. Magari ancora in finale…

 

Ecco le considerazioni su alcuni dei protagonisti Azzurri della partita.

PROMOSSI

Montolivo: l’unico dotato di un minimo di vivacità, l’unico che si è sbattuto, l’unico che ha provato a verticalizzare. Il motivo della sua sostituzione rimane un mistero.

Balzaretti: di tutt’altra pasta rispetto a Chiellini. È l’unico dei difensori che regge l’onda d’urto del tridente spagnolo e, insieme a Montolivo, è l’unico della squadra che è stato capace di correre un minimo. Vero gladiatore: si fa male ma resta stoicamente in campo senza fare la fighetta (diversamente da Thiago Motta…).

BOCCIATI

Chiellini: un giocatore che scende in campo solo per venti minuti normalmente in pagella prenderebbe un s.v. (senza voto), ma lui è “così bravo” da meritarsi un 2 in così poco tempo. Non azzecca niente. È l’anello debolissimo della difesa e gli spagnoli lo capiscono e puntano tutto sul suo lato; è responsabile dell’1-0 della Spagna e dell’inizio del tracollo azzurro. L’unica cosa positiva per la squadra che gli riesce è infortunarsi e chiedere il cambio.

Cassano: lo spettro del Cassano visto fin’ora. Anche lui non ne imbrocca una. Spento e appannato dalla fatica, sarebbe stato meglio se fosse partito dalla panchina.

Marchisio: ma giocava? Non ce ne siamo accorti. Tanto che il telecronista non ha MAI fatto il suo nome.

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