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#ShortForm – 2 • Una sitcom quality? “Young Sheldon”

#ShortForm • La rubrica, curata da Nicolò Villani, sulla serialità televisiva. 2ª puntata. “Young Sheldon”, di Chuck Lorre e Steven Molaro. Clicca qui per scoprire tutti gli articoli.


Massimo esempio di formato a episodi, la sitcom è considerata la tipologia seriale più adatta alla tv generalista, facilmente incasellabile nei palinsesti e vendibile a ogni tipo di pubblico grazie alla sua connotazione prevalentemente comica, molto vicina all’attualità e caratterizzata da personaggi e situazioni per lo più sterotipici. Storicamente, la sitcom ha preferito un forte uso delle trame verticali, prediligendo le componenti antologiche di ogni episodio rispetto alle trame orizzontali dipanate durante le stagioni, molto spesso pensate unicamente come “contenitori” per esportare e vendere un intero pacchetto di episodi.

Nonostante sia un genere (e un formato) prevalentemente pensato per il facile commercio, anche la sitcom ha subito, nel tempo, un’evoluzione, portando a una maggior definizione della durata delle stagioni (dai 22 ai 25 episodi) e a una sempre più ricercata cura per le trame orizzontali e la crescita dei personaggi. Nonostante ciò, il genere sembra ancora distante dal far nascere prodotti comunemente ritenuti “di qualità” (o quality); oltre ai limiti intrinseci del genere (che di per sé non sono così invalicabili), si può pensare che questa difficoltà derivi dal già citato ancoramento della sitcom all’attualità in cui è prodotta, tanto da farla scadere nell’inattuale una volta trascorso del tempo dalla sua conclusione.unnamed Nell’arco dei prodotti più recenti vi è, però, una serie comedy che a tutti gli effetti può incasellarsi nella categoria di TV di qualità: Young Sheldon; come vedremo, l’uso intelligente del formato a episodi incide fortemente sulla qualifica di questa serie come qualitySpin-off della celebre The Big Bang Theory (CBS, 2007 – in corso), Young Sheldon racconta alcuni episodi dell’infanzia di Sheldon Cooper, il personaggio più amato della serie originale.

Il prodotto, la cui prima stagione si è appena conclusa negli USA, è una vera e propria sitcom a contesto familiare: pochi personaggi, non più di tre location a episodio, trame all’apparenza semplici e divertenti. La prima differenza con il genere si trova, però, nella collocazione temporale: la serie è ambientata nel 1989, quando il giovane Sheldon – interpretato da Iain Armitage – aveva solo nove anni; l’attualità non è, quindi, una caratteristica della serie, che in alcuni casi si mostra come anacronistica rispetto al suo pubblico di riferimento (molte battute legate alla cultura pop di quegli anni risultano infatti di difficile comprensione). Una temporalità “altra” rispetto all’attualità sembra, almeno al giorno d’oggi, uno degli elementi più caratteristici della TV di qualità, in quanto permette una contestualizzazione quasi “mitica”.

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Ma il punto di forza di Young Sheldon sta nella sottile e misurata capacità di gestire l’economia del formato a episodi. Come si è detto nell’articolo precedente, l’uso corretto della short form dà vita ad un’archeologia narrativa fondata sui buchi che si aprono nello spazio tra gli episodi; questa frammentarietà è accresciuta dalla natura di spin-off di questa serie, in continuo dialogo con l’ammiraglia (lo Sheldon di un non ben precisato presente è voce narrante di ogni episodio), che si propone di approfondire e svelare i motivi nascosti dietro alle “stranezze” del protagonista. Questo svelamento, però, non fa che creare nuove domande narrative: in particolare, di episodio in episodio, ci viene proposta la positiva figura del padre, persona sempre lasciata in ombra in The Big Bang Theory, per cui sentiamo crescere, episodio dopo episodio, la preoccupazione; sappiamo già quale sarà la sua sorte, e questa ci viene rilanciata e suggerita con sussurrata costanza: anche solo questa delicatezza narrativa basterebbe a qualificare Young Sheldon come esempio di nuovo gradino evolutivo delle sitcom.

Ogni linea narrativa della serie viene trattata in questo modo, quasi fiabesco, totalmente diverso dalla comedy tradizionale. Unendo a ciò la bravura degli attori e la superiore qualità delle riprese, si può dire che Young Sheldon apre alle sitcom la strada per una nuova pagina della TV di qualità, supportata dall’orgogliosa consapevolezza della sua natura episodica.

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GLOSSARIO


Sitcom: “commedia di situazione”, della durata di massimo mezz’ora, che prevede pochi protagonisti, pochi ambienti, con trame semplici e umoristiche, molto spesso legate alla cultura pop del periodo di produzione;

Quality TV: categoria dall’ampiezza variabile che comprende quei prodotti televisivi definibili “di qualità”, normalmente per via di alti budget, cast o produzione cinematografici e trame complesse che prediligono l’orizzontalità piuttosto che la verticalità;

Serie comedy: assimilabile alla definizione di sitcom, questo termine raccoglie più ampiamente tutti quei prodotti televisivi con contenuti fortemente legati al comico;

Spin-off: nel contesto seriale, uno spin-off è un prodotto “derivato” che amplia le trame di un universo narrativo di riferimento; normalmente, gli spin-off nascono per venire incontro al gusto degli spettatori (magari focalizzandosi su un particolare personaggio), a esigenze di palinsesto o a obblighi contrattuali.


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