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Seconda Conferenza Internazionale sulle Cellule Staminali

di Cristina Motta

Nei giorni scorsi, dall’11 al 13 aprile, si è svolta in Vaticano la Seconda Conferenza Internazionale sulle cellule staminali, incentrata sul tema “Medicina Rigenerativa: un Cambiamento Fondamentale nella Scienza e nella Cultura”. Tema molto attuale in questi anni e fonte di lunghe discussioni e dibattiti nell’ambito medico, sociale, economico e politico, che vede schierati da una parte i medici che sostengono la necessità e la buona riuscita di queste cure, dall’altra chi si oppone poiché non possono garantire la certezza della riuscita, mettendo a rischio il paziente stesso. Si vengono dunque a scontrare in questo campo metodo scientifico e libertà di cura.

Medici e studiosi del caso, con l’appoggio di pazienti che hanno riportato la propria storia, hanno mostrato le vaste possibilità di impiegare questo metodo di medicina rigenerativa per curare malattie di diverso tipo. Le cellule staminali infatti, grazie alla capacità di trasformarsi in altri tipi di cellule nel tessuto dove vengono applicate, hanno la possibilità di curare pazienti con organi danneggiati o malati, rigenerando il tessuto; favorire la ripresa del sistema immunitario, sconfiggendo molte malattie croniche; progredire nella ricerca per la cura dei tumori pediatrici e infine prevenire il rischio di ictus, del morbo di Parkinson e quello di lesioni cerebrali traumatiche.

«La medicina rigenerativa è pronta a rivoluzionare la gestione della malattia, trovando nuovi modi per aumentare la capacità del corpo di guarire se stesso. La nostra conferenza genererà un dialogo veramente internazionale sulla medicina rigenerativa, che esplora le interconnessioni tra le scoperte scientifiche, la fede, la cultura e l’etica» ha affermato Robin Smith, presidente della Stem for Life Foundation. Già durante la Prima Conferenza Internazionale, tenutasi nel novembre del 2011, aveva affermato: «Le cellule staminali adulte sono qualcosa su cui tutti possiamo essere d’accordo; esse sono eticamente pure. L’obiettivo della conferenza è quello di ispirare un cambiamento e dimostrare che non si dovrà più scegliere tra scienza e fede».
Non tutti però sono d’accordo. Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina 2012, critica infatti il metodo in quanto non presenta una sperimentazione clinica controllata, con dati sulla sicurezza e l’efficacia. Altri sostengono che una cura potrebbe riuscire su un paziente ma non si sa come potrebbe reagire in un altro.

La questione è come sempre molto delicata e in questi mesi, con la diffusione anche di casi mediatici sulla rete – quale  il caso italiano di Sofia, la bambina affetta da una malattia neurodegenerativa costretta a interrompere le cure per l’opposizione della comunità scientifica – sta tenendo occupate anche le istituzioni politiche. Presto dovranno prendere una posizione e in Italia si sta attendendo la decisione della Camera, dopo che in Senato è stato approvato da poco il decreto Balduzzi e la possibilità di continuare le cure e le sperimentazioni delle cellule staminali.

Per chi fosse interessato e volesse aver maggiori informazioni: www.adultstemcellconference.org

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