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“Scende giù per Toledo” in scena al Fraschini: è polemica!

Scelta coraggiosa quella del Teatro Fraschini, che ha inserito nella sua stagione teatrale Scende giù per Toledo, rivoluzionaria interpretazione del discusso romanzo di Giuseppe Patroni Griffi. A firmarne la regia e i testi è il geniale Arturo Cirillo, che è anche l’unico attore presente sul palco.

Lo spettacolo è altamente provocatorio e fuori dagli schemi per il solito pubblico over sessanta abbonato al teatro pavese. L’omonimo romanzo da cui Cirillo si ispira, infatti,  aveva già fatto scalpore quando fu pubblicato nel 1975: Patroni Griffi scriveva la storia di un “femminielllo” napoletano (termine della cultura partenopea che si riferisce ad un transessuale), da quando viene cacciato di casa violentemente dal padre perché “ricchione”, a quando finisce per prostituirsi, non smettendo mai di cercare affetto e perseguire il sogno di raggiungere l’Inghilterra. Deluso dalla paralisi dell’ambiente napoletano, poi, Rosalinda Splint (così si fa chiamare il protagonista) fugge da Napoli; ma, una volta sbarcatovi, non riconoscerà sé stesso/a in quell’Inghilterra in cui aveva investito la speranza di appagamento per una vita di sofferenze alla ricerca della dignità.

Ogni dettaglio del romanzo è stato riprodotto nel modo più crudo, vero, esplicito possibile nei lunghi monologhi di Cirillo (andato in scena il 2 maggio al Fraschini). Per questo motivo, nonostante siano passati quarant’anni dalla pubblicazione del romanzo, lo spettacolo ha suscitato molti malumori nel pubblico presente. Più persone (di diverse età, non solo anziani) non hanno retto i monologhi più spinti di Cirillo, si sono alzate e hanno lasciato il teatro (già non pienissimo). Altri, altrettanto schifati, hanno aspettato che si accendessero le luci per correre via senza applaudire.

Gli applausi, infine, erano sentiti, ma decisamente non unanimi. Le scene “incriminate” erano sicuramente quelle riguardanti la sfera sessuale del personaggio, molto esplicite. Tali monologhi, però, denunciavano la chiusura mentale della città di Napoli del secolo scorso. Probabilmente non ci si aspettava che temi del genere suscitassero ancora polemiche nel 2016.

Il merito del “parziale successo” è del grande Arturo Cirillo, che con la minima scenografia è riuscito a rivestire più ruoli e a suscitare importanti reazioni. E sottolineo “merito”; per avere diviso le opinioni del pubblico delle poltroncine verde spento del Fraschini. Quel che è oggettivo, infatti,  è che Cirillo ha regalato momenti di grande teatro e arte, e per questo ha fatto parlare. L’arte deve fare parlare.

L’attore e regista (nato a Castellammare di Stabia, 5 luglio 1968) è ora in tour per altre città italiane con “Scende giù per Toledo”, distinguendosi da tutti quegli pseudo-attori molto pop che, contemporaneamente, stanno girando con pseudo spettacoli, incassando probabilmente molti più sold-out; ma senza fare uscire le persone dal teatro con qualcosa di diverso da come erano entrate. Cosa che sicuramente potrebbero imparare da Cirillo; perché  Scende giù per Toledo sfata il luogo comune italiano secondo cui chiunque possa fare l’attore.

 

Lorenzo Giardina

Francesco M. Pedroni

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