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sBALOrditivo

di Simone Lo Giudice

Freddo, lucido, distaccato. In una parola sola: SuperMario! Chiusa la parentesi inglese, Balotelli torna a giocare nello Stadio che lo ha visto nascere sportivamente e lo fa da atleta maturo. La Serie A ritrova un grande campione nella giornata in cui il Milan aggancia l’Inter a quota 40 punti e sogna l’Europa che conta. Con una sceneggiatura da fare invidia all’Hitchcock dei tempi migliori, Balotelli apre e chiude il match per la gioia milanista e il dolore interista. In una parola sola: sBALOrditivo!

Determinato, esuberante, cresciuto. Mario Balotelli, l’eroe azzurro degli scorsi Europei, è tornato in Italia con una valigia carica di entusiasmo. Un colpo di mercato tipicamente berlusconiano (per tempi strategici e dichiarazioni travianti), ma fortemente voluto. In primis dal giocatore (che non ha mai negato la sua fede rossonera), in secundis dal nuovo corso rossonero (fatto di giovani talentuosi e belle speranze). Abbiamo di nuovo un Milan vivace, voglioso e tenace. Lo dimostra la partita vinta al fotofinish contro l’Udinese: rigore generosamente concesso a parte, la squadra di Allegri ha sbaragliato per lunghi tratti quella di Guidolin grazie a un gioco frizzante e divertente. Balotelli ha contagiato con la sua felicità il ragazzino Niang, la cresta più giovane del trio d’attacco più esuberante del Campionato. Stephan El Shaarawy potrà solo maturare accanto a SuperMario, altra buonissima notizia per Cesare Prandelli in vista dei prossimi Mondiali brasiliani. Intanto Allegri si gode i suoi ragazzi terribili e punta al terzo posto in Campionato, vista UEFA Champions League 2013/2014.

Il Milan sorride, l’Inter piange. A Siena va in scena la prestazione peggiore della StramaStory sulla panchina nerazzurra. Mercatino di gennaio a parte (su tutti Rocchi, Schelotto e Kuzmanovic), non sussiste un’idea di gioco nello sbandierato progetto interista. Partiti gli ultimi piedi buoni (Sneijder e Coutinho), manca anche un vice-Milito all’altezza. L’unico aspetto positivo rimane la posizione in classifica, da ieri sera in condivisione col Milan. Ma questa Inter sembra destinata a calare ulteriormente.

Torna a vincere la Juventus a Verona, rispedendo il Napoli a 3 punti di sicurezza. Nonostante gli infortuni, la squadra di Conte mostra la sua grande maturità nel momento più delicato della stagione. I Bianconeri puntano anche alla consacrazione europea e lo dimostra il calo psico-fisico dello scorso gennaio (eliminazione in semifinale di Coppa Italia inclusa). Le alternative che può sfoggiare Conte sono fin troppe per credere in un ribaltone finale. Il Napoli insegue un sogno e lo fa grazie a un formidabile Hamsik, cresciuto tantissimo dopo la partenza estiva di Lavezzi. La squadra di Mazzarri è maturata molto, ma pecca ancora di una panchina corta e con meno qualità rispetto agli sbandierati titolarissimi.

Cattiva giornata per le due romane. Petkovic cade a Genova nel finale: la sua Lazio inizia male, poi si riprende, ma capitola ugualmente nel finale. Il Genoa risorge grazie ai colpi di Borriello e una squadra rinfrancata dal mercato di gennaio. Decide Marco Rigoni, sbarcato nel capoluogo ligure con una trattativa dell’ultimo minuto. Male la Lazio, malissimo la Roma. Zemanlandia cade contro il Cagliari e il tecnico boemo viene esonerato, durante la stagione in cui avrebbe dovuto consacrarsi. La sua resterà una favola anarchica, fatta di grandi attacchi e mancate difese. Zeman non ha saputo attualizzarsi, restando troppo legato al suo calcio. La scelta di un fumettistico Mauro Goicoechea come portiere titolare è il manifesto programmatico di un progetto mai nato. Dicono che, chiusa una porta, si apra un portone. Ma Zeman oggi non possiede le chiavi giuste per schiudere ulteriori progetti nel calcio che conta.

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