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Rockets e Warriors perfetti, Chicago rialza la testa?

In una settimana densissima di cambi di rotta, serate stellari e scivoloni piuttosto pesanti per squadre che fino alla settimana scorsa volavano a testa alta per i playoffs, tra fischi al ritorno di un traditore ed il ritorno di una stella texana, cerchiamo di fare un sommario recap di quanto successo negli ultimi 7 giorni della pallacanestro oltre l’Atlantico.

Ora troviamo i Pistons che, seppur la regular season sia solo al suo primo quarto di partite da disputarsi, arrancano a fatica per un posto nei primi 8 ad Est che avranno accesso ai playoffs, a causa di uno scivolone brusco di 7 match persi consecutivamente.

Raptors interrompono un’ottima streak positiva di 6 match a casa dei Clippers, salvo poi assicurare in cassaforte la successiva vittoria a Phoenix contro i Suns, guadagnando un bronzo ad Est, subito dietro i Celtics e i Cleveland Cavaliers.

Nel frattempo in Texas, sponda Houston, i Rockets fanno percorso netto e raggiungono quota 11W consecutive. L’ottava arriva contro i Jazz. La decima ha dello straordinario con un Capela baciato dagli Dei del basket (28 punti con 13/14 dal campo). L’ultima, ma solo in ordine cronologico, contro gli Hornets con un CP3 (Chris Paul) capace di incassare 37 punti e smistare 11 assist mettendo in ombra persino una stella come il Barba Harden e scrivendo “17 vinte delle ultime 18 disputate” sul tabellino di squadra. Sembrerebbe davvero tutta in discesa almeno fino ai playoffs per questi Rockets.

P.s.: ovviamente ancora al primo posto ad Ovest.

Allo stesso modo gli Warriors dalla baia, nonostante l’assenza di Curry dal 6 di questo stesso mese (fuori almeno due settimane, potrebbe tornare per il match di Natale contro i Cavs del Re), hanno saputo fare squadra come non mai, inserendo Livingston a sostituire la star che porta il #30 e caricando di maggiori responsabilità Durant e Thompson che si sono fatti trovare pronti. E per pronti si intende un road trip (serie di trasferte) chiuso con 6 vittorie sulle 6 partite disputate e, una volta tornati tra le mura amiche di Oakland, hanno spuntato pure il match contro i Trail Blazers di Lillard. La standing dell’Ovest dice secondo posto ma con due partite in più disputate rispetto ai Rockets e la striscia calda di 7 successi consecutivi promette una lotta sicuramente entusiasmante tra queste due grandi potenze per l’oro nella loro conference.

OKC, nonostante il record di dicembre dica 2 sole perse su 7 disputate, continua a dimostrarsi altalenante, sia nei giochi che nei risultati: una delle due sconfitte è arrivata contro degli Hornets reduci da una striscia di 7 sconfitte nelle ultime 8 gare disputate. Una delle 7 vittorie è arrivata contro un’ottima franchigia, come si stanno dimostrando, i Pacers ma lo #0 in maglia blu ed ex MVP (Russell Westbrook) ci ha abituato a partite da ben più di 10 punti ed è poco comprensibile come una superpotenza (sulla carta) come i Thunder debba ridursi a racimolare una vittoria grazie agli ultimi tiri liberi a fine partita.

Un barlume di speranza nella settimana dello scivolone dei Pistons e dell’altalena di risultati di Oklahoma ci arriva dalla Windy City (Chicago) dove i Bulls tornano a vincere dopo una sofferta serie di 10 sconfitte consecutive, e lo fa contro Charlotte grazie ad un Markannen (Rookie) da 24 punti nonostante i continui dolori alla schiena. Arriva poi anche la terza vittoria di fila per i Bulls contro una Boston che senza Irving perde la bussola e non sembra più la stessa. Ed infine Chicago suona pure la quarta contro i Jazz grazie ad uno scintillante Mirotic da 29 punti.

Non ci resta che tenere d’occhio Leonard, rientrato da pochissimo agli Spurs, per capire se anche quest’anno Popovich darà speranze ai nero-argento di risultati concreti ai playoffs.

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