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Resto o vado via?

Una chiacchierata con Bsev

di Federica Mordini

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30 anni fa una laurea in giurisprudenza, 30 anni dopo di nuovo in università. Beppe Severgnini, pungente giornalista del “Corriere della Sera”, blogger affermato e globetrotter, assicura senza ombra di dubbio che tornare al punto di partenza è bellissimo. Soprattutto quando l’Università compie 650 anni.
Ecco che ieri un manipolo di laureati illustri ha dato vita a “Un futuro in ogni cortile”, un’iniziativa per celebrare il compleanno dell’ateneo e per offrire un esempio ai suoi studenti di chi di strada ne ha fatta, partendo proprio da Pavia.

Scongiurati i dubbi sulle previsioni atmosferiche non molto promettenti, nel Cortile delle Magnolie i riflettori sono puntanti sull’Università e su ciò che rappresenta. Si tratta di un’esperienza che cambia la vita e che poi, una volta passati gli anni, aiuta a tenerne insieme i pezzi. Severgnini però non è un tipo da paternale e, come precisa con i suoi inglesismi, non ha intenzione di imbarcarsi in un egotrip, perciò lascia subito spazio alle domande del pubblico.

“E’ più utile frequentare le scuole all’estero?” chiede una liceale giunta da Ravenna.  Il grado formativo di un’istruzione fuori porta è elevato, anche dal versante culturale ed esperienziale, però è vero che la provincia italiana è strepitosa. Dov’è il trucco? La provincia è anche narcotica “uno si addormenta a 25 anni e poi si risveglia a 50” scherza Severgnini. Bisogna imparare ad operare un sano e sereno distacco per poi ritornare con un sorriso. Infatti il rapporto con la propria città e la famiglia, a volte, può trasformasi in una prigione. “Uno poi è libero di scegliere. Ci sono i sedentari e ci sono i Montecristo, che sentono la necessità di scappare. Scappate ma ritornate” conclude Bsev.

Tocca poi agli aspiranti giornalisti e alle preoccupazioni per il futuro. Ansie che l’ospite scaccia con un’ondata di ottimismo accompagnato da una dose di consapevolezza. Se è vero che la pessima congiuntura economica che affligge il nostro paese da qualche anno è destinata a concludersi, è anche vero che il talento, quello vero, è un must irrinunciabile. Il panorama italiano è fin troppo popolato da falsi talenti, cioè da persone che si adagiano su illusioni crudeli e non intendono prendere in esame la propria coscienza. In breve, il mondo del giornalismo pullula di professionisti mediocri: una piaga per questa professione, che, al contrario, richiede l’eccellenza.

La “chioma metallizzata” risponde ad altri dubbi e perplessità e infine, il tempo stringe e gli impegni sono molti, riceve una domanda a bruciapelo da Giampaolo Azzoni, che ha introdotto l’intervento: “Se avessi adesso 18 anni, cosa faresti?”. Risposta: “Studierei in Italia, mi concederei uno studio post universitario all’estero e vivrei a Pavia per tutti gli anni dell’università, magari provando ad entrare in un collegio”.
Insomma talento, intraprendenza, speranza e una vita universitaria a 360° sono i consigli che Beppe Severgnini dà ai giovani. La base che non deve mancare è, ovviamente, una valida università e quale scelta migliore di Pavia, “un posto che fa venir voglia di studiare anche alle Meteorine del Tg4”?

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