CinemaRecensioni

Recensione – Sole a catinelle

Non c’è due senza tre: il 31 ottobre scorso è uscito al cinema l’ultimo lavoro cinematografico che vede Gennaro Nunziante nelle vesti di regista, accompagnato (per la terza volta) dal comico pugliese Checco Zalone. I due, che avevano già lavorato insieme in Cado dalle nubi e Che bella giornata, si riuniscono per un’altra divertentissima pellicola che ciondola altalenando tra vita da sogno e crollo finanziario, serietà e comicità, tra inconvenienti e coincidenze in una corsa agli ostacoli che acquista sicuramente più successo rispetto agli altri due film firmati Nunziante.

Checco è un uomo sulla trentina pieno di voglia di vivere e di fare, che riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno e che non smette mai di gettarsi alla ricerca di nuovi stimoli. Per queste ragioni, stanco e demotivato dal lavoro monotono che conduce, Checco decide di licenziarsi e di cimentarsi in una nuova esperienza lavorativa che lo gratifichi maggiormente e che gli dia la possibilità di mettere in gioco tutte le proprie capacità. Finisce così per diventare rappresentante di un’azienda produttrice di aspirapolvere, lavoro nel quale riesce a raggiungere risultati da sogno che gli permettono di condurre una vita da re, nonostante la moglie Daniela abbia appena perso il lavoro. Tutto procede per il meglio, ma una volta terminato il giro di parenti i possibili acquirenti cominciano a risultare difficili da trovare, e Checco si ritroverà sommerso da debiti impossibili da saldare. Stufa e avvilita dalla situazione, Daniela lo caccerà di casa e andrà a vivere dai genitori portando con sé il figlio Nicolò.
Sarà allora che, a seguito di una promessa fatta al figlio e dalla quale è impossibile tirarsi indietro, Checco e il piccolo Nicolò partiranno per una vacanza al risparmio che li condurrà in Molise e che, tra casualità a dir poco incredibili, li porterà a saltare da un piccolo paesino desolato a uno yacht in mezzo al mare, dalla fredda casetta di un’anziana zia alla villa da sogno di una ricca e bellissima donna, serviti e riveriti come mai avrebbero creduto, fino a permettere a Checco, giorno dopo giorno, di rimettere insieme i pezzi e riunire la famiglia.

Nel cast anche Marco Paolini, nella foto tra l’esordiente Zoe Marin e il piccolo Robert Dancs

Tra gag e situazioni divertentissime che si susseguono numerosissime e quasi senza sosta, Sole a catinelle crea l’atmosfera perfetta per svuotare la testa, allontanare i pensieri, rilassarsi e farsi una sanissima risata (più di una in effetti). La pellicola del regista barese ha infatti riscosso moltissimo successo, non tanto da parte della critica che storce un po’ il naso, quanto da parte del pubblico che lo ha reso il film italiano campione d’incassi, con quasi 7 milioni di spettatori in nemmeno venti giorni di programmazione. Con questo incredibile successo Sole a catinelle diventa addirittura il terzo film di maggiore incasso in Italia, salendo sul podio con Avatar e Titanic (entrambi capolavori del regista canadese James Cameron).
Con la sua leggerezza e la sua ironia (quel tipo di ironia che ne ha per tutti: dall’industria alla finanza, dalle chiccherie sfarzose al risparmio paradossale) Sole a catinelle diventa uno di quei film travolgenti che è un piacere guardare, forse un po’ troppo incentrato sul protagonista, ma che di sicuro non infastidisce.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *