Recensione – Quando meno te lo aspetti

di Silvia Piccone

Una commedia francese dalla trama debole e un po’ scontata è la quarta fatica della regista Agnès Jaoui, che con una favola romantica e contemporanea ha voluto rileggere in chiave sognante la tanto allarmante stasi sentimentale delle generazioni odierne, tutte carriera (?) e niente affetti. Un modo per riportare in vita il mito del principe azzurro tanto caro alle donzelle d’ogni tempo e riplasmarne virtù e qualità in base alle esigenze moderne, senza polemiche femminili sulla presunta (non) emancipazione relativa a cotanto antiquato e poco veritiero modello maschile. Eppure questo film non riesce a essere una fotografia veramente realistica della società che vuole raccontare: ne accenna i tratti più visibilmente divertenti o stereotipati, ma finisce per  morire in soluzioni un po’ troppo scontate.

La storia confusa di Laura, che di principi azzurri ne incontra ben due, è solo una delle numerose altre vicende seguite nella trama, intrecciate e tutte legate alla tematica amorosa positivamente o negativamente. Perché a fronte di chi trova la stabilità sentimentale, si sa, c’è sempre chi la perde, chi continua a cercarla ossessivamente o chi decide di disinteressarsene completamente.
Troppi personaggi, anche simili tra loro, creano una confusione corale che affatica la linearità della narrazione, mentre ogni cambio scena è segnato da un ingenuo (e poco riuscito esteticamente) utilizzo dell’effetto “affresco”, per cui i vari incipit di scena appaiono inizialmente come statici dipinti sullo schermo che gradualmente prendono vita riportandoci all’amara realtà.
Sicuramente romantica anche l’estetica cinematografica della regista (qui anche attrice) fatta di inquadrature calde, proporzionate e descrittive, la quale non riesce però a sostenere l’intero film, che risulta timidamente divertente ma non possiede quella scintilla in più che dal cinema d’autore e intellettuale francese ci si potrebbe aspettare.