Recensione – Posti in piedi in paradiso
di Francesco Iacona
Posti in piedi in paradiso, il nuovo film di Carlo Verdone (di cui è protagonista e regista), rappresenta un piccolo spaccato della società italiana contemporanea, nel quale alla comicità tipica della commedia viene unito un velo di drammaticità e tristezza.
Le storie di Ulisse, Domenico e Fulvio (alias Carlo Verdone, Marco Giallini e Pierfrancesco Favino), tre ex “arrivati” del loro settore professionale, si incontrano in un momento di condivisa precarietà e fragilità personale. Non solo problemi finanziari uniscono i tre coprotagonisti, ma anche guai famigliari e separazioni con le rispettive mogli.
I personaggi, costruiti in maniera lievemente grottesca, per convenienza economica si ritrovano a dover condividere il tetto casalingo. Questa convivenza quasi forzata sfocia in divertenti episodi, sesso a pagamento con donne stagionate e maldestri tentativi di furto, i quali però sono dettati dalla necessità di guadagnare lo stretto necessario per sopravvivere e inviare i soldi ai propri figli.
Ulisse, Domenico e Fulvio si trovano anche nella condizione di dover fare i conti con una vita che assomiglia a tutti gli effetti a quella di uno studente universitario fuori sede; non mancano, infatti, le incognite di una convivenza con persone praticamente sconosciute. Vi sono, inoltre, anche i problemi più banali ma seccanti: un affitto da pagare, una spesa in comune che non fa mai nessuno, una casa rumorosa e senza campo per il cellulare…
Ma le difficoltà si affrontano e, unendo le forze, i tre cominciano a ricostruire la loro vita.
Il finale è ambiguo. Ci sono i segnali di un riscatto dei protagonisti – che in parte riconquistano gli affetti perduti o ne trovano di nuovi – ma non se ne ha la certezza. Quindi ogni possibile interpretazione è lasciata alla fantasia dello spettatore.