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Recensione – Elysium

Nel 2154 la Terra è ridotta a un immenso cantiere, popolato da una classe operaia senza diritti e sfruttata fino all’osso, e nei confronti della quale non esiste nessuna forma di rispetto. Criminali e assassini si mescolano con donne e bambini innocenti, gettati insieme nella mischia in una realtà che va avanti come una grossa e angosciante catena di montaggio, vagamente simile al mondo sotterraneo della Metropolis di Fritz Lang. A chilometri e chilometri di distanza un’elite comanda e controlla questa Terra straziata, al sicuro su una paradisiaca stazione orbitante chiamata “Elysium”, dove non esiste dolore, non esiste orrore e soprattutto non esiste malattia: questo è il principale motivo che spinge gli abitanti terrestri a cercare di raggiungere “Elysium”, attraverso corse mortali su navicelle clandestine che finiscono regolarmente per essere distrutte una volta uscite dall’atmosfera. “Elysium” è irraggiungibile, intoccabile, inavvicinabile.
Sarà Max Da Costa (Matt Damon), un operaio rimasto investito da una mortale quantità di radiazioni, a giocarsi il tutto per tutto, senza ormai più niente da perdere, riuscendo nell’impresa in cui centinaia di uomini prima di lui hanno fallito. Una corsa che partirà con il solo obbiettivo di salvasi la vita e che sfocerà in un’impresa più alta: (ri)consegnare al mondo intero un progresso tecnologico che si dimostri patrimonio fruibile da ogni essere umano per la sopravvivenza di tutta la specie e non solo di una – quasi mafiosa – cerchia ristretta.

A dispetto di quanto ci si possa aspettare dal creatore di District 9, l’ultima fatica del regista sudafricano Neill Blomkamp risulta poco equilibrata e con una trama interessante ma sviluppata in modo poco convincente. Anche la conclusione lascia un po’ delusi, non tanto per fine lieto/non lieto quanto per un’improvvisa cascata di eventi esauritisi senza la giusta concessione di tempo che infastidisce un po’ come la corsa al millesimo di secondo al termine delle pubblicità di prodotti farmaceutici.
Buona l’interpretazione di Matt Damon e per assurdo meno convincente quella della stella del cinema Jodie Foster, incastrata nelle vesti di un personaggio – anche poco curato – che non le si addice per niente, limitando tutte quelle capacità che l’hanno invece resa grande in tutti questi anni di cinematografia.
A conti fatti Elysium si dimostra un film di fantascienza piacevole da guardare, ma che purtroppo non risulta essere nulla di più di tutti gli altri film del genere usciti nell’ultimo anno.

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