Università

Racconto/Avanti il prossimo

di Erica Gazzoldi

Il rettore era un uomo sulla sessantina, di statura rigida e movenze monacali. Accanto a lui, un signore ed una signora completamente ignoti. La scrivania grondava scartoffie.
“Signor..”
Sapeva che, in tutto quel cartame, giacevano anche la sua attestazione ISEE ed il suo certificato di laurea. Erano richiesti dal bando per l’assegnazione di un posto agli specializzandi.
“Vediamo… la Sua attestazione ISEE…”
‘Mi ha chiesto se ero disposta a pagare la retta da cinquemila euro.’ Così gli aveva telefonato la sua amica, dopo un colloquio in quello stesso collegio. Unica –o quasi- domanda della verifica che avrebbe dovuto attestare i suoi requisiti di merito. Represse un ghigno.
“Mi
dispiace, non riesco a trovarla. È sicuro d’averla inviata?”
“Certamente”.
Le dita del rettore si rimisero a rovistare nelle scartoffie. Si sforzò di non guardarle –adunche, meticolose. Pensò alle mani del cardinale Ippolito d’Este, fini, nervose e sempre alla ricerca di qualcosa, così come una testimonianza le aveva descritte.
‘Mi hanno proposto quattromilacinquecento euro. Ho rifiutato. Allora, mi hanno domandato se avrei accettato una camera doppia.’ No, quello non sarebbe stato fattibile. Lui studiava di notte ed aveva orari insopportabili per qualunque eventuale compagno di stanza.
“Lasci
stare, professore. Ne ho una fotocopia.”
Gliela porse. Il rettore si sistemò gli occhiali sul naso. Impallidì compostamente.
“È basso…”
Con un padre operaio e la madre casalinga non si sarebbe potuto pretendere di più, d’altronde –pensò lui. Gli avevano già chiesto che professione esercitassero i genitori e se avesse fratelli. Aveva celato quel disagio strano –la sensazione che tutte quelle domande mirassero alle sue vene.
Pensò alle borse di studio ed ai posti gratuiti che tutti i collegi di merito mettevano in palio. Anche quello –in teoria. Il rettore doveva soffrire di una certa amnesia al riguardo.
“Allora… La richiameremo”.
Lui riprese la giacca e lo zainetto, con la certezza che nessuno lo avrebbe richiamato. Il suo voto di laurea e la sua carriera universitaria erano rimasti intonsi.
“Come pensa di pagare la retta? E di vestirsi, di mantenersi in modo decoroso qui dentro?” Non gli era difficile immaginarsi la voce del rettore, mentre lo diceva. Quelle parole gli erano state riportate da una ragazza della sezione femminile. Erano state rivolte ad una sua compagna, colpevole di avere la madre malata ed il padre in cassa integrazione.
Uscì dal portone del palazzo, lasciando il rettore a digerirsi i suoi fasti. Il giorno dopo, avrebbe sostenuto un altro colloquio, con persone forse più civili. E, andandosene, soffiò fra sé, con deliziosa perfidia: “Avanti il prossimo!”

2 pensieri riguardo “Racconto/Avanti il prossimo

  • Giovanni Cervi Ciboldi

    Saranno pubblicati prima sul cartaceo.

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