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Questione di numeri?

Manifestazione a Roma

 di Maria Luisa Fonte

Dagli articoli che si sono fronteggiati dalle prime pagine dei quotidiani italiani, sembra quasi che la manifestazione del Partito Democratico di sabato sia stata un’allegra occasione per vedere quante persone attira Walter Veltroni, quanti sono gli “incazzati” in Italia, quante persone contiene il Circo Massimo.
Chi era presente ha vissuto tutt’altro. Le strade romane hanno visto Italiani da nord a sud uniti, che si applaudivano l’un l’altro solo per il semplice fatto di aver attraversato metà Italia per essere insieme a Roma. Non molti hanno registrato la cospicua presenza degli studenti universitari che sono arrivati non solo per ascoltare ma soprattutto per chiedere: qual è la risposta del Partito Democratico alla Riforma sull’istruzione? Veltroni è stato molto chiaro e ha argomentato la posizione del PD. Ha evidenziato che è offensivo per chi lavora nelle scuole e nelle Università, chiamare riforma ciò che non è altro che un taglio netto dei finanziamenti. Ha sottolineato l’apartiticità delle proteste degli studenti, delle mamme e degli insegnanti definendola “una grande prova dell’autonomia della società civile”.
Poi, in uno scontro diretto, non così usuale per lui, il Leader del PD apostrofa il ministro Giulio Tremonti consigliandogli di prendere nota delle parole dello storico Franco Cardini che, nel “Secolo d’Italia” afferma che ritirare l’appoggio alle Università è un modo di rubare ai poveri per dare ai ricchi. Ma Veltroni affonda il colpo sferrato parlando di innovazione, qualità, riformismo e valorizzazione del merito nella scuola. Chiama conservatori coloro che pensano di poter risolvere il problema del bullismo con il voto in condotta. Finalmente dopo anni di lobotomie causate da isole dei famosi e grandi fratelli, viene accusata in una pubblica piazza la “scuola della televisione” che alimenta la cultura dell’egoismo, dell’individualismo e della ricerca sfrenata del successo personale.
Non è mancato un commento alla mozione della Lega sulle classi differenziate per i bambini stranieri definita umiliante per scuola e Parlamento.
Infine ecco le proposte: il ritiro del decreto in Parlamento, la modifica con la Legge Finanziaria delle scelte di bilancio fatte avviando un confronto con tutti i soggetti interessati. Veltroni chiude la sua argomentazione sull’Istruzione con una promessa, a partire da un’autocritica: nelle Università italiane si spende poco ma si spende male. Il PD si è preso l’impegno di rendere l’istruzione una priorità assoluta e priva di colore partitico, prendendo esempio dalle ultime affermazioni del Presidente Sarkozy.

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