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Quello che la Provincia non dice

Mi scuso per l’interruzione della cronaca sull’Onda Pavese, ma mi sento in dovere di raccontare quello che è successo mercoledì sera. Anche perché in parte c’entra con le manifestazioni, visto che gli ospiti hanno sostenuto, ognuno a modo suo, la protesta degli studenti.

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 di Alice Gioia

 Ci sono giornali che pretendono di essere chiamati tali solo perché sono stampati su un foglio di carta simile a quello che usano i giornali “seri”. Spesso questi giornali sono anche convinti di fare informazione, perché dicono di occuparsi di cronaca locale.
Certo, se per cronaca locale ci si limita al resoconto strappalacrime dell’anziano rapinato, alle lettere dei politici influenti, o ancora alle proteste di indignati cittadini per lo spostamento di un cassonetto della spazzatura. Queste sono le cose che tirano, che fanno vendere.
Le iniziative belle, invece, non fanno audience. Ecco forse perché la Provincia Pavese si è “dimenticata” di parlare della conferenza tenutasi mercoledì sera in un’Aula del 400 gremita di persone. Si è dimenticata di raccontare le storie di tre ospiti speciali (Adriano Pallotta, ex infermiere del manicomio di Santa Maria della Pietà; Alberto Paolini, ex paziente dello stesso manicomio; Simone Cristicchi, cantautore), che sono venuti a raccontare a un pubblico attento ed emozionato il dramma delle istituzioni manicomiali, di cui ci siamo liberati grazie alla Legge 180/78, la Legge Basaglia. Che hanno condiviso le loro esperienze terribili e bellissime, rievocando ricordi dolorosi ma anche episodi significativi, tasselli fondamentali nella storia umana, sociale e politica del nostro paese. Perché la Legge Basaglia è stato solo l’inizio di un lungo percorso portato avanti dal coraggio degli infermieri e dai pazienti dei manicomi, che hanno lavorato insieme per rendere possibile l’apertura dei cancelli che chiudevano fuori il mondo. Spesso sostenuti e coadiuvati dai movimenti studenteschi, che hanno occupato i padiglioni e hanno promosso iniziative e manifestazioni a sostegno di una delle leggi più importanti della storia dell’umanità, apprezzata e studiata dalla comunità psichiatrica internazionale.
La Provincia si è dimenticata di parlare del libro di Adriano, “Scene da un manicomio”, delle poesie e dei racconti di Alberto, del documentario di Simone, “Dall’altra parte del cancello”. Tutte testimonianze preziose e uniche, che dovrebbero essere diffuse il più possibile, per metterci in guardia dai tentativi di riforma di questa legge, portati avanti da gente che non ha nemmeno idea delle atrocità commesse nei manicomi, allora come oggi, nelle blindatissime strutture private che proliferano in tutt’Italia.
Perché, se “La Provincia Pavese” se ne dimentica, ce ne dobbiamo ricordare noi.

4 pensieri riguardo “Quello che la Provincia non dice

    • That’s a nicely made answer to a challenging qutesion

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  • Pingback: Ziorufus » Cristicchi, i manicomi e quello che la Provincia non dice

  • Si cambi il sistema sociale e non la 180.Un paese civile non si fonda sulla cultura della violenza,sulla disoccupazione, sul caro affitti,sul caro case,sull’immigrazioni di schiavi da sfruttare,per ogni turpe mercato,sulla giustizia negata solo col metro del più debole economicamente,con la negazioni dei tempi per gli affetti,le emozioni,i gioiosi tempi di svago e di riposo.sulla fine di ogni fede ed ogni valore;ma nel suo opposto contrario.

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