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Quel beffardo 78esimo minuto: ciao Candido!

di Simone Lo Giudice

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Di solito si usa proferire: “Le partire finiscono al 90esimo minuto, fino all’ultimo istante può succedere di tutto!”.
Candido Cannavò se ne è accorto in una mattinata di metà Febbraio. La partita della vita aveva già scoccato il 78esimo minuto (era lo scorso 29 Novembre): adesso toccava ai secondi/mesi recitare la loro parte in quel nuovo minuto/anno. Lo sguardo è quello di sempre: sincero e profondamente innamorato dello sport, sinonimo di vita. Catania gli aveva dato il buongiorno nel lontano 1930, eppure il destino del piccolo Candido aveva in serbo una vita in rosanero, quasi in stile palermitano anziché catanese: la “Gazzetta dello Sport” lo ingaggiò all’età di diciannove anni, giovanissimo, ma di fronte al binomio passione-talento si sa che l’anagrafe va messa da parte. Il ragazzo catanese inizia a correre per l’Italia, ma soprattutto per il Mondo: inviato speciale a diversi Mondiali di calcio, a ben nove Olimpiadi ed ad innumerevoli Giri d’Italia.
L’era della carta stampata inizia a trascorrere in compagnia della novità Internet ed ecco che la “Gazzetta” diventa anche virtuale: è Candido ad affermare la necessità di restare al passo con i tempi,  del resto uno studioso della realtà sportiva e sociale come lui non avrebbe potuto pensarla diversamente.

L’esistenza di Candido si dispiega tra un primo tempo in rosanero (dal 1930 al 1975) ed un secondo tempo dalle stesse tinte (dal 1976 al 2021). Già. Perché ci possiamo scommettere che sarebbe stato così, anche se per il momento siamo fermi al 2009. Candido è stato tradito dagli imprevisti del tempo: una mattina di metà Febbraio si è svegliata con in serbo uno scherzetto di quello che anche il Carnevale metterebbe all’Indice delle goliardie proibite. Candido è a centrocampo con il pallone tra i piedi: è il 78esimo minuto della partita più importante. All’improvviso un’ombra soffia alla sua sinistra e lo depreda. Il pallone non è più tra i piedi di Candido: tra pochi istanti arriverà un goal inatteso, quello che spezza le gambe. Purtroppo la gara verrà sospesa al 78esimo perché Candido non sarà più in condizione di ripartire per  ribaltare lo svantaggio. Nessuno potrà udire il fischio finale dell’arbitro al 90esimo: si ha l’idea di aver assistito ad uno spettacolo meraviglioso, ma dal finale inatteso e desolante. Niente di più imprevedibile dello sport: Candido lo sapeva. Ci pensiamo noi a rassicurarlo, perché la sua presenza ci ha deliziato in modo ineguagliabile. Il ragazzo catanese ha gonfiato la rete che cinge i nostri cuori sportivi e pazienza se una sciocca ombra ha desiderato essere protagonista per pochi istanti di celebrità. Aspetta, aspetta. Mi sembra d’intravederlo. Candido è lì, seduto al centro del campo. Del resto la vita è come la nostra squadra del cuore: anche se ti tira un brutto scherzo a volte, non puoi smettere di amarla. Candido lo sa e non smetterà mai di ripeterselo, a bordo di quella rubrica “Fatemi capire” che l’eterno ragazzo catanese continua a curare spontaneamente, proprio come si fa con la vita stessa.

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