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QAnon, Proud Boys, Boogaloo: cos’è successo ieri a Washington

Articolo di Davide Capezza e Ilaria Bonazzi

Ieri pomeriggio il Congresso degli Stati Uniti, l’equivalente americano del Parlamento, avrebbe dovuto certificare il voto dei Grandi Elettori e di conseguenza la vittoria di Joe Biden alle elezioni. Avrebbe dovuto, perché i manifestanti a supporto di Trump hanno assaltato la Camera dei Rappresentanti e costretto i deputati a uscire da Capitol Hill, l’edificio che ospita il Congresso, mettendolo sotto assedio e riuscendo addirittura a penetrare nella struttura armati. Un atto inaudito nella storia statunitense: l’ultimo (e fino a ieri anche l’unico) assalto al Congresso risaliva al 1814, ad opera delle truppe britanniche.

La polizia è riuscita a riprendere il controllo della situazione in modo relativamente rapido (ma non indolore: quattro persone sono morte e 52 sono state arrestate) e la Guardia Nazionale ha marciato verso Washington su ordine del Vicepresidente di Donald Trump, Mike Pence.
Il comportamento del primo è stato, tuttavia, molto ambiguo: lui stesso aveva incitato i manifestanti sui social parlando per l’ennesima volta di fantomatici brogli elettorali. Su Twitter continua a fare le stesse affermazioni, limitandosi a dire ai rivoltosi di essere pacifici e tranquilli, senza però contraddire la retorica delle presunte elezioni truccate che porta avanti da due mesi. Persino Mike Pence oramai si è arreso di fronte alla storia dei brogli, completamente infondata.

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Un sostenitore di Donald Trump con la bandiera degli Stati Confederati sudisti all’interno di Capitol Hill (foto di Jim Lo Scalzo via EPA/ANSA)

Appena due giorni fa, il sindaco di Washington D.C. Muriel Bowser aveva richiesto maggiori controlli e truppe per il controllo della situazione, considerato che il 13 Dicembre scorso durante gli scontri fra supporters di Trump e di Biden c’erano stati quattro accoltellamenti e un ferito da arma da fuoco, e gli stessi che oggi hanno manifestato avevano già affermato pubblicamente le loro intenzioni di protesta. Questo lassismo e il comportamento ambiguo del Presidente uscente sono una delle indubbie ragioni di un comportamento così radicalizzato dei suoi seguaci.
E’ inoltre impressionante che siano riusciti ad arrivare a risultati simili, se si considera che per le proteste del movimento Black Lives Matter si sono dispiegate truppe a un livello da guerra civile e che nel 2013, sempre a Washington D.C., l’afroamericana Miriam Carey venne uccisa da un agente fuori servizio per aver resistito a dei posti di blocco.
Gli attivisti filo-Trump sono riusciti ad entrare addirittura nell’ufficio di Nancy Pelosi, la Presidente della Camera dei Rappresentanti: uno di loro ha lasciato sulla sua scrivania un foglio su cui ha scritto esplicitamente “WE WILL NOT BACK DOWN”, “non ci arrenderemo”.

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Lo sciamano di QAnon, tra i leader della protesta di ieri (foto via GettyImages)

Le immagini dei manifestanti, alcuni dei quali con uniformi piuttosto singolari (come Jake Angeli, lo sciamano di QAnon), che bloccano ed occupano i pubblici uffici con impunità sono qualcosa di totalmente anomalo per gli Stati Uniti, sintomo di un Paese lacerato da conflitti interni. Ad aver partecipato a quello che sembra a tutti gli effetti un golpe sono stati, oltre agli attivisti MAGA (Make America Great Again, il motto di Donald Trump, ndr), anche gruppi organizzati di estrema destra come i Proud Boys, il movimento dei Boogaloo (convinti che una guerra civile sia inevitabile) e i sostenitori della teoria di QAnon.
Quest’ultima in particolare conta migliaia di seguaci sia negli Stati Uniti che all’estero: nel 2017, un utente noto come Q iniziò a diffondere sulla piattaforma 4chan presunte informazioni segrete che smascheravano i piani del Deep State contro Donald Trump. Il Deep State sarebbe, secondo Q e i suoi seguaci, un’organizzazione con reti globali di pedofilia e pratiche sataniche che avrebbe come obiettivo il dominio mondiale. A farne parte sarebbero Hillary Clinton, George Soros e Barack Obama, mentre Donald Trump sarebbe una specie di Messia incaricato di combatterla. Nulla della teoria di QAnon è mai stato provato (anzi: varie previsioni sono state smentite) ma i suoi seguaci sono comunque in aumento. Donald Trump a riguardo ha dichiarato soltanto: “Non so molto del movimento di QAnon, a parte che gli piaccio molto. Cosa che apprezzo”.

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Un sostenitore di Donald Trump all’interno dell’Aula del Senato (foto di Win McNamee via Getty Images)

Il periodo di transizione fra Trump e Biden è stato uno dei più conflittuali della storia di questo Paese, probabilmente dai tempi dell’elezione di Lincoln, in cui i sudisti si rifiutarono di accettare i risultati. Molti repubblicani, fra cui anche l’ex presidente Bush ed il Segretario di Stato (e Ministro degli Esteri) Colin Powell hanno manifestato forti perplessità per il comportamento del tycoon, visto che nessun presidente di nessun partito ha mai avuto un comportamento simile nei confronti del suo successore.
Intanto, stamattina il Congresso si è riunito di nuovo e ha certificato la vittoria di Joe Biden, come avrebbe dovuto fare ieri. Trump rimarrà Presidente fino al 19 Gennaio, ed il 20 Biden dovrebbe subentrare. Sorge quasi il dubbio che possa riuscirci davvero.

(La foto in copertina è di Jim Lo Scalzo, via EPA)

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