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Prima quegli 11 passi e poi quelle lacrime tra Cielo e Terra

di Simone Lo Giudice

LONDRA. In casa Chelsea, il 30 aprile 2008 è diventata ufficialmente una data storica. Il club del quartiere nobile di Londra, nonostante le spese faraoniche di Roman Abramovic (proprietario dal 2003), non era mai riuscito ad arrivare in fondo alla Champions League, il massimo torneo continentale. I Blues superano il Liverpool in semifinale, nei tempi supplementari per 3-2 (dopo l’1-1 dei tempi regolamentari e dell’andata). Chiave di volta del match è il rigore che viene concesso al Chelsea intorno alla metà del primo tempo supplementare: il destino chiama dal dischetto ed a rispondere è FraFrank Lampardnk Lampard, il 29enne inglese e centrocampista della nazionale di Fabio Capello. La storia di Frank è quella di un ragazzo che vede di fronte a sé l’opportunità più grande della sua carriera, proprio nella serata più difficile, in cui torna a giocare dopo aver perso un grande affetto quale sua madre, stroncata pochi giorni fa da una polmonite all’età di 58 anni. Nella mente di Frank, quegli 11 metri, che lo separano dal dischetto, vengono percorsi molto lentamente, passo dopo passo, come se ogni metro ricordasse parte di quei 29 anni trascorsi insieme a quello che è l’affetto più grande per un figlio, il quale al tempo stesso s’interroga e si chiede perché tutto quello per cui hai sempre lottato debba arrivare proprio in questa nefasta serata di pioggia. Frank prende la ricorsa ed il momento in cui parte il tiro ricorda tanto il momento in cui ormai niente può cambiare, tutto è deciso, come quando gli occhi carichi di gioia/dolore si chiudono dopo una serata/vita vissuta intensamente. Il pallone gonfia la rete alle spalle di Reina (portiere del Liverpool) ed il cuore batte forte: Frank corre verso la bandierina del calcio d’angolo e ringrazia il cielo, baciando la fascetta nera che si sfila dal braccio, fascetta che è simbolo di lutto, ma allo stesso tempo personificazione di quell’affetto che resterà per sempre. Il cielo che avvolge lo Stamford Bridge piange a dirotto: lacrime di gioia e di dolore si confondono tra Cielo e Terra. Il match si concluderà con il risultato di 3-2 per il Chelsea, ma l’immagine di questa sera resterà quella di un ragazzo che dopo aver perso tanto, ritrova parte di sé stesso ai piedi di una bandierina, con lo sguardo rivolto al cielo, desideroso di ringraziare qualcuno che dall’alto sta piangendo lacrime/gocce di gioia.

Un pensiero su “Prima quegli 11 passi e poi quelle lacrime tra Cielo e Terra

  • finalmente il primo articolo è uscito..è davvero stupendo!!..anche un pò commovente :/ …speriamo sia il primo d una lunga serie!!(sn sicura che sarà così)!..:***

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