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Po po porno

XVideos, PornHub, RedTube, YouPorn sono solo alcuni dei meravigliosi mondi capaci di allietare giorno dopo giorno le fatiche di una vita ormai spesa nel lavoro, nella fretta, nella mancanza di empatia.

Giornalmente questi siti offrono il contenuto multimediale più seguito sul web. Non per altro quello del porno è un business milionario. La qualità dei loro sforzi è sicuramente da riconoscere, visto che in un certo senso vanno oltre ciò che in fondo rimane solo cornice di un istinto primordiale di ogni uomo e donna. In quanti film non vi sono scene di sesso? La televisione, le pubblicità, il cinema è tutto un susseguirsi di scene che tendono ad un richiamo sessuale. Basta accendere il tubo catodico nelle ore di punta e si vedranno tette e culi, culi e tette, ma guai se si parla di porno, vige un codice omertoso, che, semmai, le persone infrangono solo in quelle sere, dove scorre alcol, fra qualche maschio che ha voglia di parlar del “più sacro fra tutti i buchi” (Jules Winnfield, Pulp fiction).

Nel 2011 uscì un ottimo film diretto da Tanya Wexler: Hysteria. Come si può intuire il film tratta di una patologia psicologica, ormai del tutto assente nel mondo occidentale, in una chiave decisamente singolare. L’isteria era una malattia che colpiva solo le donne, ma non se ne conosceva la reale causa. Il film è ambientato nel 1880 a Londra, in piena epoca vittoriana; è una storia inspirata a personaggi realmente esistiti, e narra di un giovane medico, di nome Mortine Granville, che inventò il vibratore. Il dottore scoprì che metà delle donne di Londra soffriva, da forme più lievi a forme più gravi (che comportano infine l’isterectomia), della malattia, e che attraverso una cura poco ortodossa questi sintomi tendevano ad alleviarsi, fino a giungere a complete guarigioni. Nello studio ginecologico, giorno dopo giorno, trascorrevano intere giornate di masturbazione, prima con mani, poi con vibratori (si parla dell’epoca vittoriana quindi potete immaginarvi quale trabiccolo potesse essere un vibratore), su donne di ogni età e provenienza sociale. Ovviamente ciò continuò anche dopo, in un’epoca dove la vita sessuale di una donna era sicuramente insoddisfacente. Come biasimarle, e tutto ciò contribuì a migliorare la vita di molte persone, donne (che tornavano soddisfatte a casa dai loro mariti) e uomini.

La storia, essendo realmente accaduta, è esemplare al fine di capire quanto sia importante la libertà sessuale (purché non nuoccia ad altri), essenziale nella vita di tutti. Di ciò talvolta ce ne si dimentica, emarginando in spazi privati (e soffocati) i propri gusti, le proprie idee, perché parlarne “non sta bene”, è immorale.

Basti pensare che solo nel 2016 in Italia è finalmente stato approvato il decreto per le unioni civili, per cui molti hanno combattuto e hanno sofferto, vista l’insensata opposizione sorretta da motivazioni del tutto assurde. Anche in questo frangente la problematica rimane la stessa, ovvero il silenzio, l’imposizione di alcuni, che, forse per palesi insicurezze sessuali, hanno fatto di tutto per continuare a negare un diritto inalienabile: la libertà sessuale, morale e civile di vivere come meglio si crede.

Il porno è esattamente la manifestazione di questa frustrazione, è come il vibratore in Hysteria: una valvola di sfogo, che aiuta uomini e donne ad esplorare la propria sessualità, nel loro intimo e nella (quasi sempre) più completa solitudine. Si continua a parlare di porno in maniere negativa; la parola porta con sé un’accezione immorale, come se un bisogno primario fosse qualcosa di cui vergognarsi. Talvolta si scambia l’ipocrisia con l’incoerenza, cosa assai scorretta: l’incoerenza è il giudizio del terzo, che fermo nel suo angolo decreta la sua inappetenza al cambiamento; l’ipocrisia è la vergogna di chi di appetito ne ha molto, ma di coraggio per sostenerlo ne ha poco. Sesso, sesso, sesso… Tutto grida “sesso”, ogni cosa ha carica sessuale, basterebbe ammetterlo, perché in fondo è quello che fa l’artista, lo sceneggiatore, il musicista e lo scrittore, raccontar bugie per dire la verità, gridare “sesso” attraverso ciò che non sembra “sesso”. Viva il porno e viva il sesso, ormai sembra che sia essenziale negare la nostra provenienza: dell’essere umano è parte l’essere animale, e come tali è meglio non stare in cattività. Di esempi tragici ve ne sono fin troppi per non rendersi conto della reale portata di ciò che secondo loro è “immorale”.

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