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Pisa-Pavia. Una “punizione” eccessiva

 

di Fabio Muzzio

 

“Se nel calcio si ha paura non si arriva da nessuna parte”. Così Claudio Sangiorgio, mister in seconda del Pavia, prima della gara nell’intervista TV.

Le premesse per avere tutte le paure, però, il cronista ce l’ha: da tredici mesi non si vince in trasferta, la classifica piange, le prestazioni sono altalenanti, tranne che nei punti conquistati e  l’avversario sente odore di play off in caso di vittoria. E, alla fine, la beffa arriva al minuto 87 con una prodezza su punizione di Favasuli. Una sconfitta, questa volta, che brucia dopo una gara non da buttare.
Pergolizzi sceglie per l’Arena Garibaldi il modulo il 4-3-3 così caro a Domenicali e rispolvera Bufalino che, da possibile oggetto misterioso della stagione, si dimostra almeno nel primo tempo un giocatore in grado di essere un’alternativa. Se appariva scontato il debutto-ritorno di Fasano in mezzo alla difesa, l’esclusione eccellente porta il cognome di Gheller, che si accomoda in panca insieme a Rodriguez, visto che Marchi è l’unica punta.

Nel primo tempo il Pavia non dispiace affatto: gioca a viso aperto, ribattendo colpo su colpo a un Pisa che, se con il passare dei minuti avanza il baricentro, non mette mai in difficoltà Facchin. Risultato a metà gara giusto e che fa ben sperare.
Nella ripresa Verruschi subentra all’infortunato Meregalli e sono gli azzurri, ieri sera in maglia bianca, a fare per larghi tratti la gara. Il Pisa ha le retrovie un po’ in affanno, forse non si attendeva un avversario così tenace. Ed è Falco, con un sinistro a scendere, ad avvicinarsi al vantaggio: Pugliesi tocca di quel poco che basta per far scavalcare alla sfera la traversa.
Fuori uno stremato Bufalino per D’Errico e poi fuori un altrettanto stanco Marchi per Rodriguez: il modulo non cambia, il pareggio sembra alla portata.
La stanchezza si fa sentire nelle gambe e le squadre si allungano: i rovesciamenti di fronte non si contano più. Quando Meza Colli ferma come può Berardocco, non lontano dal limite dell’area, il Pisa si trova servita un’opportunità golosa: Favasuli colpisce bene e a fil di palo impedisce a Facchin di prendere il pallone. Nerazzurri in vantaggio: la sesta sconfitta è servita.
“Se c’era una squadra che doveva vincere era il Pavia”. Così Sangiorgio al termine della gara. A sorridere è, però, il Pisa e la sua classifica. Al Pavia restano i complimenti, una discreta partita e una classifica che si fa sempre più preoccupante. Il ruolino di marcia non è imputabile solo alla sfortuna.
Tuttavia guardiamo avanti e sotto con il Benevento, che domenica arriva al Fortunati: i campani, come il Pavia, stanno lottando sì per la salvezza, ma al netto delle penalizzazioni, quindi sul campo, hanno racimolato già sedici punti. Un dato da non dimenticare e che aumenta la consistenza dell’avversaria.
A novembre il cammino è ancora lungo. Se la salita appare sempre più dura, il traguardo è ancora possibile, soprattutto se le settimane che da qui ci porteranno alla fine di gennaio, quando si chiude il mercato invernale, regaleranno qualche altro elemento in più a Pergolizzi.
La Società dovrà operare ancora se vuole rimanere in Lega Pro 1.
Questa è la nostra certezza dopo ieri sera.

 

Fonte della foto: www.paviacalcio.it

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