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Pint of Science: novità e curiosità scientifiche davanti a una birra

Siamo onesti, se vi proponessi di partecipare a una conferenza in università su delle ricerche scientifiche di un dottorando o di un laureato…andreste?  Ma se al progetto iniziale aggiungessi la possibilità di gustare delle birre fresche e cambiassi l’ambiente formale in un pub? L’idea inizia già a incuriosirvi vero? Proprio per questo motivo è nato Pint of Science, di cui non vi anticiperemo nulla perché a raccontarvi di cosa si tratta spetterà proprio a Simone Angioni, coordinatore pavese di questo innovativo festival scientifico. Non aggiungiamo altro, buona lettura!

 

Ciao Simone! Ti va di raccontarci brevemente in cosa consiste Pint of science?

 

Certamente, Pint of Science è un festival internazionale nato nel 2012 che per tre giorni, ogni anno, porta i ricercatori nei pub a raccontare di loro e di cosa significhi lavorare in un laboratorio. Quest’anno, il 15-16-17 maggio, saranno 18 le città italiane coinvolte con oltre 150 ricercatori e, ovviamente, Pavia non può mancare. Contemporaneamente a noi, in altri 11 Paesi del mondo, qualche migliaio di persone si troveranno per parlare di scienza davanti ad una birra. Sarà un’occasione unica per sfatare il pregiudizio che gli scienziati siano formali e noiosi e discutere del più e del meno su ciò che ci riservano i prossimi progressi scientifici.

 

Qual è il programma di quest’anno e quali sono i pub coinvolti?

 

Il programma di quest’anno spazia dagli OGM alle terapie mediche più innovative, dai misteri dell’archeologia al restauro di antichi strumenti musicali. Il 15-16-17 maggio alle ore 19.30 ci troveremo al Brigantino, al San Tommaso e al Modernista e ognuno avrà un tema dedicato.
Al Brigantino parleremo delle più recenti scoperte in tema di Alzheimer (lunedì 15), di UV e danni alla pelle (martedì 16) e di virus (mercoledì 17)
Al San Tommaso domineranno le biotecnologie con una discussione sugli OGM e sulle false informazioni diffuse in rete (lunedì 15), sulle piante OGM come aiuto per l’ambiente (martedì 16) e sui batteri OGM (mercoledì 17).
Non ultimo per importanza il Modernista dove si parlerà di laser per lo studio delle opere del passato (lunedì 15), delle sfide nel restaurare antichi strumenti musicali (martedì 16) e fotonica e beni culturali (mercoledì 17).

 

A chi consigli questo festival?

 

Il festival è adatto a chiunque e a tutte le età. L’anno scorso un signore mi ha chiesto se fosse il caso di portare suo figlio di 9 anni … dopo aver sentito parlare delle ultime scoperte sul Bosone di Higgs, il piccolo voleva diventare un fisico e ha anche fatto qualche domanda.
Lo scopo è quello di creare un contesto informale dove si possano incontrare il punto di vista tecnico-specialistico dello scienziato e quello del cittadino. Il confronto è sempre positivo e da questo tutti abbiamo da imparare qualcosa.

Secondo te, perché è nata l’esigenza di Pint of Science?

 

La domanda dovrebbe essere come mai questa esigenza non è nata insieme alla scienza. La scienza fa parte della nostra società e non deve essere considerata come qualcosa riservato solo a pochi eletti. Ovviamente per parlare di scienza serve competenza, ma è necessario che il cittadino impari a conoscere cosa significhi fare ricerca e si senta coinvolto. Il progresso scientifico prima o poi coinvolge tutti, basti guardare come hanno cambiato la nostra società internet o gli smartphone. Un progresso consapevole e un rapporto di fiducia tra esperto e utente non può che portare ad un miglioramento della nostra società.

 

Infine concluderei con la domanda più attesa: quale birra si abbina alla scienza? La chiara o la scura?

 

Ci sono momenti in cui anche lo scienziato deve ammettere le proprie mancanze e debolezze. Davanti a certe domande l’unica risposta è: non ne ho la più pallida idea. Però potremmo fare una ricerca tra i partecipanti alle serate.

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